Il mistero dei capolavori perduti – Monet Brucia!
Giovedì 29 febbraio – dalle ore 21:15


La vita, la morte e la “rinascita” virtuale di alcune importanti opere d’arte sono il fulcro attorno a cui ruotano le puntate de Il mistero dei capolavori perduti, la serie di documentari che ripercorre le vicissitudini di celebri quadri che nel corso della storia sono stati distrutti o scomparsi. Gli ultimi tre episodi della serie, in onda giovedì 29 febbraio su Sky Arte, raccontano come opere andate perdute siano state fedelmente ricreate con l’ausilio di tecnologie all’avanguardia. Una modalità che ha restituito al mondo il genio di artisti come Claude Monet, Graham Sutherland e Vincent van Gogh.Il primo documentario, in onda alle ore 21:15, si intitola Monet Brucia!. È dedicato a uno dei quadri del ciclo Ninfee, realizzato in quasi trent’anni dal maestro impressionista francese e composto da oltre 250 dipinti. Benché Monet stesso distrusse molte delle sue tele, il MoMA di New York nel 1955 le riconobbe come opere anticipatrici dell'Espressionismo Astratto e ne acquistò un esemplare. La tela però fu distrutta da un incendio nel 1958, suscitando commozione in tutto il mondo e spingendo il museo a comprare un trittico di Ninfee, che oggi rappresenta un simbolo dell'arte moderna.La serata prosegue con Sutherland Vs Churchill, in onda alle ore 22:00, che narra di un quadro distrutto per “amore”. La storia risale al 1954 quando, in occasione dell’80esimo compleanno di Winston Churchill, il parlamento britannico decise di commissionare un ritratto del grande statista a Graham Sutherland, un famoso artista inglese. Tuttavia il quadro realizzato sconvolse Churchill per il suo spietato realismo, al punto da convincere Lady Churchill, che pure apprezzava l'opera, a farlo distruggere in segreto per accontentare il marito.La terza e ultima puntata, in onda alle ore 22:45, è Van Gogh sotto le bombe. Ripercorre le alterne fortune di un’opera del grande pittore olandese, Vaso con cinque girasoli, che finì distrutta da un bombardamento americano sul Giappone nel 1945. Il dipinto faceva parte della serie Girasoli, ispirata dall'arte giapponese e realizzata in Provenza da Van Gogh. Nonostante lo scarso successo iniziale, come noto la produzione dell’autore venne successivamente rivalutata. Negli anni Venti un magnate giapponese decise di acquistare la celebre tela, senza però riuscire a salvarla dalla distruzione provocata dalla Seconda guerra mondiale.
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