Gli architetti italiani riflettono sul tema dell'"abitare minimo"
ARCHITETTURA
Da Rifugio Digitale, l'antica galleria fiorentina impiegata come luogo di difesa nella Seconda Guerra Mondiale e recentemente rinata come spazio espositivo, è tempo di architettura contemporanea. Fino all'8 settembre 2022 sarà infatti visitabile una mostra che ripropone il tema sviluppato da 18 studi di architettura italiani per la VIII Biennale di Architettura di Venezia, nel 2002.
Dopo l'esperienza della mostra inaugurale Oro di Fabrizio Plessi, il nuovo spazio espositivo fiorentino Rifugio Digitale ospita un progetto dedicato all'architettura contemporanea italiana.
Nella galleria di via della Fornace 41, sotto al Piazzale Michelangelo e a due passi dall’Arno, riqualificata dallo studio Archea Associati, attraverso la mostra Lonely Living. L’architettura dello spazio primario rivive l'indagine sul tema sull'abitare minimo che esattamente vent'anni fa fu presentata alla VIII Biennale di Architettura di Venezia. Protagonisti, ieri come oggi, sono gli stessi diciotto studi di architettura chiamati all'epoca a progettare in scala 1:1 uno spazio abitativo di circa 16 mq in pannelli di legno truciolare. Tutte le proposte confluirono in una sorta di "città ideale" allestita su una pedana di acciaio nei giardini della Biennale.
L'ARCHITETTURA CONTEMPORANEA ITALIANA IN MOSTRA A FIRENZE
Nel ventennale del progetto che vide la partecipazione Cino Zucchi, Archea Associati, 5+1 Architetti Associati, Nicola Di Battista, Pietro Carlo Pellegrini, Italo Rota, Beniamino Servino e Tscholl Werner Architekt, per citare alcuni degli studi presenti, Rifugio Digitale torna ad analizzare il medesimo ambito tematico, alla luce della sua stringente attualità e delle esigenze emerse contestualmente alla pandemia.
Due, in particolare, i filoni centrali del progetto sviluppato nel 2002: il tema dell’emergenza e l'urgenza per chi è senza dimora di disporre di un rifugio minimo; l’isolamento psicologico e la solitudine rilevabili nei contesti urbani più densi. Questioni che, lungi dall'essere prossime a una definitiva risoluzione, saranno al centro di una tavola rotonda alla quale prenderanno parte propri i progettisti selezionati per la mostra veneziana di vent'anni fa. L'incontro, che intende fare il punto sui passi avanti compiuti in questo arco temporale e sulle risposte concrete offerte dalla disciplina, si terrà l’8 settembre, ultimo giorno di apertura della mostra, ma anche giornata di inaugurazione della mostra di Venezia del 2002.LA MOSTRA DA RIFUGIO DIGITALE
In coerenza con la propria visione e il dichiarato interesse per la dimensione digitale, nella galleria la mostra Lonely Living. L’architettura dello spazio primario propone in sequenza i progetti originari, stavolta in formato digitale. I materiali forniti dai singoli studi sono infatti proiettati sui sedici monitor presenti nell'ambiente espositivo, dando vita a una narrazione che alterna disegni, schizzi e fotografie di Luca Campigotto e Pietro Savorelli. Una modalità che permette di riscoprire soluzioni ingegnose, curiose, avanguardistiche: dalla "Casa con zaino" con cui Tscholl Werner Architekt propose di rispondere alla richiesta di alloggio temporaneo dell’operaio stagionale a "The Boho light trap", il prototipo abitativo immaginato da Cino Zucchi per un etologo e promotore di battaglie per la salvaguardia ambientale, adatto sia a contesti selvaggi che alla "selva urbana".
[Immagine in apertura: vista dell'allestimento della mostra Lonely Living. L’architettura dello spazio primario. Ph Lorenzo Prodezza]