A Lugo un viaggio nell'architettura contemporanea italiana

Si può viaggiare in tutta Italia, da nord a sud, alla scoperta dell'architettura contemporanea firmata da giovani e virtuosi studi di progettazione, anche restando fermi in un solo e nevralgico spazio espositivo. A dimostrarlo è la mostra Viaggio in Italia. Itinerari di architettura contemporanea, allestita fino al 23 giugno alla Rocca Estense di Lugo, in provincia di Ravenna.LA MOSTRA CHE PORTA ALLA SCOPERTA DELL’ARCHITETTURA CONTEMPORANEA ITALIANAAttraverso il lavoro di 19 studi emergenti di architettura – tra cui a25architetti, AM3 Architetti Associati, DEMOGO (che quest’anno era tra i 40 finalisti del prestigioso EU Mies Award, con il progetto del Bivacco Fanton sulle Dolomiti), Supervoid e il collettivo orizzontale (che ha curato l’allestimento) – la rassegna racconta altrettanti interventi recenti in vari luoghi della Penisola. Le opere di architettura esposte sono eterogenee per tema e scala di intervento: da un padiglione agricolo a un’aula liturgica, passando per una galleria d’arte contemporanea e per una cascina riconvertita in spazio per l’ospitalità. E ancora biblioteche, atelier per artisti, residenze, uffici e scuole. Progetti che, nel complesso, restituiscono un'istantanea delle traiettorie seguite dall'architettura italiana del nostro tempo.IN VIAGGIO TRA LE OPERE DI 19 GIOVANI STUDIIl percorso che emerge, infatti, è al tempo stesso espositivo e geografico e “rappresenta uno spaccato significativo del lavoro di una nuova generazione di architetti”, spiega Roberto Bosi, curatore della mostra insieme a Mattia Pavarotti, responsabile della selezione degli studi coinvolti. Analizzando poi l'attività di questi studi si può comprendere che si tratta sempre di “professionisti che conducono la loro ricerca attraverso l’accademia e il cantiere, passando per i concorsi di architettura come via preferenziale verso la qualità del progetto”, conclude Bosi.[Immagine in apertura: Viaggio in Italia. Itinerari di architettura contemporanea - Exhibit. Photo Gianluca Gasperoni]