Fino al 18 settembre 2022, il Centre Pompidou Malaga ospita la mostra "Japanese Architecture since 1950. Plural spaces". Analizzando i progetti di Kenzo Tange, Kisho Kurokawa, Arata Isozaki, Tadao Ando, Toyo Ito, SANAA, Shigeru Ban, Kengo Kuma e Sou Fujimoto, la rassegna esplora per la prima volta in Spagna i caratteri peculiari dell'architettura giapponese.

Ancora una mostra dedicata all'architettura giapponese moderna e contemporanea. Studiata e apprezzata in tutto il mondo, la scena architettonica del Paese asiatico è protagonista al Centre Pompidou Málaga, sede fino al 18 settembre prossimo di una mostra senza precedenti per la Spagna. Japanese Architecture since 1950: Plural spaces analizza, per la prima volta in terra iberica, l'articolato e affascinante panorama dell'architettura nipponica, mettendo in evidenza la sua storica eterogeneità e il dinamismo degli ultimi decenni.L'ARCHITETTURA GIAPPONESE IN MOSTRA IN SPAGNA Il punto di partenza dell'esposizione è rappresentato da una serie di temi che gli architetti giapponesi non hanno smesso di indagare dal dopoguerra ai giorni nostri: dal ruolo della disciplina nello sviluppo delle città fino alle modalità con cui la pratica architettonica incide nella relazione fra individui e ambiente urbano. Questa analisi non può che prendere avvio dal 1950, anno al quale si fa risalire la "comparsa" della scena architettonica giapponese, come noto contraddistinta dal dialogo fra modernità e tradizione e dalla convivenza fra istanze occidentali, genius loci e desiderio di far emergere una cultura specificamente locale. Organizzata secondo un'impostazione cronologica, la mostra è suddivisa in cinque sezioni – Emergence of modern Japanese architecture, Futuristic Visions, Redefining architecture, Architecture as Concept and Language, An architecture of erasure – e riunisce documenti originali provenienti dalle collezioni del Centre Pompidou, associati a proiezioni fotografiche.DAI PROGETTI DI KENZO TANGE ALLE VISIONI DI SOU FUJIMOTO Tutti i progetti considerati "decisivi" per l'affermazione del linguaggio architettonico propriamente giapponese confluiscono nel percorso di visita, che nel complesso riunisce le opere di una trentina di architetti locali, presentate con modelli in scala, disegni e altri materiali. Immancabili, in questo itinerario, sono le visioni dei maestri giapponesi noti in tutto il mondo, come Kenzo Tange, Kisho Kurokawa, Arata Isozaki, affiancati da autori che si sono affermati in decenni più recenti, fra cui Tadao Ando, Toyo Ito, SANAA, Shigeru Ban, Kengo Kuma e Sou Fujimoto. Ponendo l'accento sulla dimensione urbana e collettiva, Japanese Architecture since 1950: Plural spaces testimonia che negli ultimi settant'anni l'architettura giapponese ha acquisito una reputazione, una visibilità e una riconoscibilità uniche. Un "successo" dovuto anche alla condizione di permanente trasformazione delle città del Paese, che a causa del susseguirsi di eventi estremi, come terremoti e tsunami, e delle vicissitudini economiche, sono costantemente "in bilico" tra distruzione e creazione, offrendo un fertile terreno per tradurre in realtà le visioni dei progettisti locali. [Immagine in apertura: Kisho Kurokawa, Helix city, Tokyo, 1961 / Perspective, 1961 Indian ink on paper / 26.5 x 35 cm Donated by the artist in 1997 © Kisho Kurokawa architect & associates Photo © Centre Pompidou G. Meguerditchian / MNAM-CCI / Dist RMN-GP]
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