Oltre 20 artisti contemporanei di nazionalità, età e contesti differenti si incontrano a Recanati, ispirati dalla profondità della poetica leopardiana. Così nasce la collettiva “In purissimo azzurro”, che fino al 7 gennaio indaga il lascito di Giacomo Leopardi nel campo delle arti visive.

L'opera di Giacomo Leopardi ha lasciato un’eredità incommensurabile. E non solo nel campo letterario, ma anche nell’ambito delle arti visive. Lo testimoniano i 21 artisti contemporanei che negli spazi della Biblioteca di Casa Leopardi a Recanati hanno dato vita, attraverso linguaggi e approcci eterogenei, alla collettiva In purissimo azzurro, seconda tappa del ciclo espositivo InterValli, a cura di Antonello Tolve.GLI ARTISTI CONTEMPORANEI IN CASA LEOPARDI Si apre così una finestra sul contemporaneo – già inaugurata dal precedente capitolo Io nel pensier mi fingo – che testimonia come il pensiero di Leopardi, ancora attualissimo, abbia influenzato la sensibilità degli artisti di tutto il mondo e di ogni generazione.  Visitabile fino al 7 gennaio 2024, la rassegna presenta artisti del calibro di Lamberto Pignotti, esponente di spicco della poesia visiva, che partecipa con Super Leopardi del 1965 e altri componimenti; ma anche l’enigmatico e concettuale Vettor Pisani, con la sua meravigliosa Pietra filosofale del 2000. Uscendo dal territorio italiano, incontriamo i giapponesi Miho Tanaka e Naoya Takahara; l’argentino Sebastian Contreras; il serbo Mrdjan Bajić, che presenta Facciamo finta di niente (chiaro richiamo a quel “secol superbo e sciocco” da cui Leopardi ci mette in guardia); e la francese Sabine Delafon, che propone un drappo installato su una finestra che filtra una “luce quasi di stelle”. L'EREDITÀ DI GIACOMO LEOPARDI Il risultato è un percorso intergenerazionale e internazionale che si snoda per gli ambienti di Palazzo Leopardi, in stretto dialogo con quei luoghi di “studio matto e disperatissimo” che diedero vita ad alcune delle poesie più belle mai scritte dall’uomo.  “Pur non essendo una conoscitrice di arte contemporanea”, sottolinea Olimpia Leopardi, discendente del poeta, “sono particolarmente colpita da come artisti di nazionalità, età, percorsi differenti, riescano a esplorare l'immaginario leopardiano in modo così personale. Credo che, oggi più che mai, l'arte – nutrimento indispensabile per lo spirito – abbia la possibilità di costruire ponti fra differenti culture e possa ricordarci che le differenze sono una ricchezza”. [Immagine in apertura: Sebastian Contreras. Photo credits Andrea Chemelli. Credit Casa Leopardi]
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