Per la prima volta in 25 anni di attività, la Fondation Beyeler ospita una mostra d'arte contemporanea sperimentale: pensata come un "organismo vivente" ed estesa anche al parco circostante, "Dance with Daemon" segna un importante traguardo nella storia dell'istituzione svizzera alle porte di Basilea.

La prestigiosa Fondation Beyeler di Basilea, in collaborazione con la Fondazione LUMA, dal 19 maggio apre le porte a un'esperienza espositiva senza precedenti dedicata all'arte contemporanea sperimentale. Lo fa con uno dei progetti più ambiziosi e innovativi dei suoi oltre 25 anni di storia. Curata da un team d’eccellenza, composto da Sam Keller, Mouna Mekouar, Isabela Mora, Hans Ulrich Obrist, Precious Okoyomon, Philippe Parreno e Tino Sehgal, la mostra Dance with Daemon è stata infatti concepita come un “organismo vivente”, che cambia, si evolve e si tramuta nel corso del tempo tra interni ed esterni della sede svizzera.LA PRIMA MOSTRA SPERIMENTALE DELLA FONDATION BEYELERArtiste, poeti, architetti, designer, musicisti, compositori, filosofi e ricercatori: sono svariate le figure creative che hanno preso parte all’operazione , con la massima libertà di agire e trasformare gli spazi della Fondation Beyeler: dalle sale ai giardini, fino alle terrazze e alla biglietteria. Di conseguenza, quella visitabile fino all'11 agosto prossimo è una mostra che si estende a macchia d’olio anche in ambienti non convenzionali, e che offre diverse esperienze a seconda dell’orario della visita. Sono state infatti annunciati eventi sociali, performance, concerti e letture di poesie organizzati in diversi momenti della giornata.OLTRE 30 ARTISTI PER UNA MOSTRA CHE MUTA COME UN “ORGANISMO VIVENTE”Sono oltre 30 gli artisti coinvolti, provenienti da tutto il mondo. Tra questi spiccano Anne Boyer, Ian Cheng, Dominique Gonzalez-Foerster, Carsten Höller con Adam Haar e Pierre Huyghe, solo per citarne alcuni. Il progetto affronta con entusiasmo “le difficoltà e incertezze implicite nel coinvolgimento di un gruppo composito di artiste e artisti, ma anche il fatto che questa aggregazione è parte integrante del processo creativo”, spiegano Philippe Parreno e Precious Okoyomon. Il risultato è “una proposta dinamica più che statica, un progetto ontologico che si evolve e riflette la complessità e molteplicità insite nell’incontro di voci artistiche differenti sotto uno stesso tetto”, concludono gli artisti-curatori.[Immagine in apertura: Philippe Parreno, Membrane, 2023, Cybernetic structure with sensorimotor capabilities and generative language processing. Courtesy of the artist © Philippe Parreno]
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