C'è tempo fino al prossimo 16 aprile per ammirare le opere finaliste selezionate nell'ambito della 16esima e 17esima edizione dell'Arte Laguna Prize. La mostra è allestita negli spazi dell’Arsenale Nord di Venezia.

Individuare gli artisti capaci di rispondere alle necessità del presente è uno degli obiettivi chiave di Arte Laguna Prize, il riconoscimento istituito nel 2006 per iniziativa dell’associazione culturale MoCA. Capace a sua volta di intercettare e includere le forme espressive della contemporaneità, il premio lagunare si è arricchito, nel corso degli anni, di categorie quali art design, arte grafica e cartoon e NFT, senza dimenticare criteri fondamentali come la sostenibilità. LA MOSTRA DEI FINALISTI DI ARTE LAGUNA PRIZE Fino al 16 aprile, i 4000 metri quadrati dell'Arsenale Nord di Venezia accolgono la mostra, che dal 2021 si svolge ogni due anni, dei finalisti della 16esima e della 17esima edizione. Occhi puntati, dunque, sulle 240 opere, di altrettanti artisti provenienti da oltre 50 Paesi, che si sono distinte nelle dieci categorie, ovvero pittura, scultura e installazione, arte fotografica, video arte e cortometraggi, performance, arte digitale, grafica digitale e cartoon, land art, arte urbana e street art, art design. I finalisti, scelti fra oltre 20mila candidati, sono stati individuati da due giurie, una per ogni edizione, formate da curatori, direttori di museo ed esperti d’arte di rilievo internazionale. I due vincitori hanno ricevuto un premio di 10mila euro ciascuno. I VINCITORI DI ARTE LAGUNA PRIZE Nello specifico, ad aggiudicarsi la 16esima edizione è stata l'artista polacca Anna Drozd-Tutaj con l’opera The power of the Element nella categoria Scultura e installazione: realizzato con centrini a uncinetto, il lavoro della vincitrice è al contempo monumentale ed effimero. Come si legge nella motivazione, "la giuria ha selezionato l'installazione site specific dell'artista polacca Anna Drosz-Tutaj per la sua linearità e la pulizia esecutiva. È un ordigno visivo che, attraverso l'assemblaggio di centrini colorati, evoca il potere degli elementi e della memoria che compatta il nostro essere emozionale e logico. Stabilità e dinamismo, originario e originale, operano come 'conspiratio oppositorum' in perfetta armonia". A conquistare il primo posto sul podio della 17esima edizione è stato invece il taiwanese Ohau Chen con l’opera Back to Glory: Make __Great Again, sempre nella categoria Scultura e installazione. "Il lavoro presenta un futuro distopico in cui gli anziani sono persuasi a servire l'esercito nazionale in preparazione di una guerra imminente" – si apprende dalla motivazione della giuria. "Sebbene ipotetica, questa condizione parla della realtà presente e del terrore di un conflitto che incombe indiscriminatamente su di noi. Il dilemma è chiaro: Chi sacrificare? Giovani o anziani? L'artista invita il pubblico a votare [...] In che modo il corpo umano è disumanizzato e strumentalizzato? Quali processi decisionali e strutture governative sono in gioco?". La menzione d’onore per la 16esima edizione è andata a Kailum Graves con l’opera fotografica The Otherness of Self, mentre quella per la 17esima è stata conferita a Chih Chiu grazie alla performance Self Service Barbershop. [Immagine in apertura: photo Ina di Grado]
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