Fondazione Camera - Centro Italiano per la Fotografia, a Torino, fino al prossimo 2 ottobre accoglie la mostra "La rivoluzione siamo noi. Arte in Italia 1967-1977". Esposta una ricca documentazione fotografica che testimonia la centralità culturale e artistica del nostro Paese nel panorama internazionale del decennio 1967-1977.

Gli anni Sessanta e Settanta hanno rappresentato, per l’arte italiana, un periodo straordinariamente vivace e ricco di stimoli visivi, intellettuali e sociali. Fondazione CAMERA - Centro Italiano per la Fotografia, il polo torinese dedicato alla fotografia italiana internazionale, accoglie, fino al 2 ottobre, Camera Doppia, un progetto espositivo parallelo – La rivoluzione siamo noi. Arte in Italia 1967-1977 e Ketty La Rocca. Se io fotovivo. Opere 1967-1975 – incentrato proprio sulla documentazione fotografica del fervente clima di quegli anni. Tra sperimentazione, ricerca e invenzione di nuove forme artistiche.LA MOSTRA FOTOGRAFICA SULLE RIVOLUZIONI ARTISTICHE DEGLI ANNI ’60 E ‘70 La mostra collettiva La rivoluzione siamo noi. Arte in Italia 1967-1977, a cura di Ludovico Pratesi, segue l’uscita dell’omonimo documentario di Ilaria Freccia prodotto dall’Istituto Luce-Cinecittà, realtà con cui è stata promossa la rassegna. Si propone di raccontare, attraverso centocinquanta immagini, l’evoluzione dell’arte in Italia dal 1967 al 1977, filtrata attraverso l’obiettivo di fotografi del calibro di Claudio Abate, Mimmo Jodice, Paolo Pellion e Paolo Mussat Sartor. In quel periodo, caratterizzato da profondi cambiamenti sociali e politici, l’arte esce infatti dalle gallerie e dai musei per invadere strade e piazze ed entrare a contatto con la vita quotidiana reale. Artisti come Michelangelo Pistoletto, Mario Merz, Alighiero Boetti e Jannis Kounellis volgendo il proprio sguardo alla scena internazionale, sperimentano innovative contaminazioni tra generi e inaugurano nuovi linguaggi, come performance, installazioni e happening. Galleristi e critici aprono le porte del Bel Paese agli artisti internazionali più estremi e provocatori, tra cui Joseph Beuys, Hermann Nitsch e Marina Abramovic.ICONICHE OPERE FOTOGRAFICHE IN MOSTRA A TORINO Quel fermento culturale rivive in un percorso per immagini, scandito da tre principali tappe relative alle tre città italiane più aperte e propositive nei confronti delle avanguardie in quell'epoca: Torino, Napoli e Roma. I fotografi Paolo Mussat Sartor e Paolo Pellion documentano l’avventura del movimento dell’Arte Povera all’interno delle celebri gallerie torinesi Sperone, Tucci Russo e Christian Stein. Claudio Abate, testimone della scena artistica della capitale, è autore delle immagini delle mostre organizzate presso la galleria L’Attico e delle rassegne Vitalità del Negativo del 1971 e Contemporanea. Quest'ultima venne allestita, nel 1973, nel parcheggio sotterraneo di Villa Borghese in collaborazione con artisti internazionali, da George Segal a Robert Rauschenberg, da Ben Vautier a Christo. Il grande fotografo Mimmo Jodice, immortala, infine, in iconici scatti, le performance dell’artista sciamano Joseph Beuys, avvenute a Napoli presso la Modern Art Agency di Lucio Amelio, e quelle di Marina Abramovic ed Hermann Nitsch allo Studio Morra. [Immagine in apertura: Fabio Donato, Andy Warhol e Joseph Beuys. Galleria Lucio Amelio, Napoli, 1° aprile 1980. Courtesy Archivio Fabio Donato]
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