A duecento anni dalla morte di Antonio Canova, la mostra in arrivo alla Villa Carlotta di Como celebra l'iconico scultore mettendolo a confronto con il suo "alter ego" classico, l'eccezionale Fidia.

Mancano poche settimane al 24 settembre, data in cui Villa Carlotta a Tremezzo, Como, inaugurerà il suo programma espositivo autunnale schiudendo le porte della mostra Canova, novello Fidia, a cura di Gianfranco Adornato con Maria Angela Previtera ed Elena Lissoni.  Per la prima volta il lavoro di Antonio Canova, del quale nel 2022 ricorre il secondo centenario della morte, è accostato a quello di Fidia, scultore classico che influenzò le successive generazioni di artisti plastici, fra cui lo stesso maestro di Possagno, considerato, appunto, un novello Fidia.CANOVA E FIDIA IN MOSTRA A COMO Le opere canoviane conservate nel museo comasco entrano quindi in dialogo con reperti provenienti dai più celebri musei italiani, offrendo al pubblico uno sguardo approfondito sulla poetica e sulla tecnica di uno degli scultori più abili di sempre nel tradurre le movenze dei suoi soggetti nella levigatezza del marmo. Fra i prestiti d'eccezione spicca il torso dell’Amazzone ferita dei Musei Reali di Torino, unica versione al mondo in basanite, prezioso materiale estratto nella regione dello Wadi Hamammat in Egitto e di complessa lavorazione, affiancata al gesso originale della Musa Tersicore di Antonio Canova custodito presso Villa Carlotta.CANOVA E LA SCULTURA CLASSICA Un'ulteriore occasione di confronto tra i due pesi massimi della scultura è rappresentata dalla conversazione visiva tra la Testa di Apollo del Museo Archeologico di Napoli e il Palamede di Canova, opera chiave della raccolta della sede museale comasca. Non mancano all'appello alcuni calchi delle sculture del Partenone in prestito dall’Accademia di Belle Arti di Brera, con cui Canova fu in stretto rapporto. L'artista di Possagno giocò infatti un ruolo essenziale nella vicenda connessa ai marmi del Partenone che, trasportati da Lord Elgin da Atene a Londra, furono finalmente riconosciuti come un tassello inestimabile nel grande mosaico della storia dell'arte di tutti i tempi. Ammirandole durante un soggiorno a Londra nel 1815, Canova affermò che “le opere di Fidia sono vera carne cioè bella natura”. [Immagine in apertura: Testa di Apollo del tipo Kassel, copia romana dell'età imperiale da un originale greco di età classica - dal 460 al 450 a.C. (originale), II sec. d.C. (copia), marmo. MANN, Museo Archeologico Nazionale di Napoli, Inv. 6. Su concessione del Ministero della Cultura – Museo Archeologico Nazionale di Napoli - foto di Giorgio Albano]
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