Una mostra a Oderzo, in provincia di Treviso, accende i riflettori su un aspetto poco ricordato, eppure fondamentale, della produzione dell’architetto e designer veneziano Carlo Scarpa: il suo rapporto con l’arte del vetro di Murano.

Figura prominente dell’architettura del Novecento, il veneziano Carlo Scarpa è conosciuto per i suoi interventi architettonici essenziali, poetici ed eleganti, fortemente influenzati dall’estetica orientale: noto è il suo legame con il Giappone e proprio a Sendai si spense, durante un viaggio, nel 1978. Celebri sono anche i suoi allestimenti museali – tra cui ricordiamo quelli per Palazzo Abatellis a Palermo e per la Gypsoteca Canoviana di Possagno – e le sue incursioni nel design. Meno famoso, eppure altrettanto meritevole di nota, è il suo legame con l’arte del vetro muranese. La mostra Vetro vero. Carlo Scarpa, visitabile nelle sale di Palazzo Foscolo a Oderzo (Treviso) fino al 17 marzo, fa luce su questo specifico aspetto della produzione scarpiana.CARLO SCARPA E IL VETRO DI MURANO Attraverso una selezione di 30 opere iconiche (da tempo non visibili al pubblico e provenienti dal Museo delle Rarità del Castello di Monselice), la rassegna ripercorre l’interesse di Scarpa per l'artigianato muranese. Una "passione" che lo portò a intessere rapporti con i maestri dell’isola, reinterpretando antiche tecniche e concependo lavorazioni originalissime. Una disciplina, quella della lavorazione del vetro, che è “sostenibile” per antonomasia, e che ben si connette con l’afflato ambientalista di Scarpa (“Tra un albero e una casa, scegli l’albero”, diceva l’architetto). LA MOSTRA SU CARLO SCARPA A ODERZO Il percorso espositivo ripercorre l’esperienza vetraia di Scarpa a partire dalle sperimentazioni del 1926, quando il giovanissimo architetto è al suo primo incarico professionale, per arrivare agli oggetti prodotti nel 1940. In particolare, la rassegna – ideata da Renzo di Renzo e Carlo Sala – si concentra sulla collaborazione del progettista con due storiche realtà del settore. Per Cappellin, Scarpa ideò in particolare una serie di soffiati dalle forme geometriche essenziali dai colori tenui, che ben si intrecciavano con le tendenze artistiche contemporanee. In mostra non mancano le serie di maggiore successo prodotte quindi per Venini – tra cui i cicli “mezza filigrana”, le “murrine romane”, i "lattimi”, i vetri “a bollicine” – esposte alla Biennale di Venezia nel 1934 e nel 1936, e lo stesso anno presso la Triennale di Milano. Proprio alle creazioni di Scarpa per quest'azienda, la kermesse lagunare dedicò un’intera sala nell'edizione del 1940: per ricordare quell'esposizione, la mostra Vetro vero. Carlo Scarpa propone i cosiddetti “tessuti”, vasi a sottili canne vitree policrome, e una selezione di altre pregiate opere.[Immagine in apertura: Carlo Scarpa]
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