La lunga carriera di Claudio Abate è al centro della mostra a lui dedicata dal MAXXI di Roma. Un colpo d'occhio sulla produzione di un autore che ha saputo immortalare i protagonisti della scena artistica italiana e internazionale recente.

Claudio Abate è stato il testimone privilegiato di una fase memorabile dell'arte italiana. A poco più di cinque anni dalla scomparsa, il museo MAXXI di Roma gli dedica un'ampia retrospettiva, visitabile dal 3 marzo al 4 giugno 2023, dal titolo Claudio Abate. Superficie sensibile, a cura di Ilaria Bernardi e Bartolomeo Pietromarchi. Mezzo secolo di carriera in oltre 150 scatti, spesso ritratti di grandi artisti e talenti performativi. Si va da Carmelo Bene a Jannis Kounellis, da Pino Pascali a Joseph Beuys, solo per citare alcune tra le personalità immortalate dagli anni Sessanta agli anni Duemila. Particolarmente suggestive sono le fotografie vintage restaurate per l'occasione, oltre alle numerose opere inedite. Grande spazio è dato inoltre alle immagini che evocano celebri mostre italiane, romane in particolare, e internazionali. Non mancano poi gli scatti relativi al mondo del teatro, della moda, del costume. LA STORIA DI CLAUDIO ABATE Come ha chiarito la co-curatrice Ilaria Bernardi: “Dedicare una mostra a Claudio Abate significa rendere omaggio a un fotografo che ha avuto, tra le altre, tre importanti capacità. Innanzitutto, la capacità di essere sempre ‘al posto giusto e nel momento giusto’, cioè di essere sempre presente con la sua macchina fotografica ai più importanti momenti dell’arte italiana e internazionale, soprattutto negli anni Sessanta e Settanta. In secondo luogo, la capacità di intessere rapporti duraturi con artisti e con spazi espositivi a Roma, in Italia e all’estero. Infine, la capacità di essere al contempo fotografo d’arte, fotografo di teatro, fotoreporter per le riviste, fotografo di moda, finanche fotografo-artista e organizzatore di mostre e attività culturali nel suo studio”. LA MOSTRA SU CLAUDIO ABATE A ROMA Il percorso espositivo comincia dagli esordi di Abate, con ritratti di Mario Schifano e Pino Pascali: su di lui è incentrato il primo dei focus che animano la mostra. La figura di Abate è sin dal 1963 associata a quella di Carmelo Bene, protagonista degli scatti durante il complicato debutto di Cristo 63 al Teatro Laboratorio di Roma. L'Arte Povera è una delle protagoniste assolute della mostra: con Jannis Kounellis il sodalizio fu particolarmente significativo sia a livello professionale che umano. Le irripetibili mostre romane di quegli anni sono testimoniate dagli scatti realizzati presso la galleria L'Attico di Fabio Sargentini, ma grande attenzione è posta anche alle mostre curate da Germano Celant e Harald Szeemann. Proprio durante l'epocale rassegna Live in your head. When attitudes become form alla Kunsthalle di Berna nel 1969 il fotografo conobbe e fotografò per la prima volta Joseph Beuys. La mostra si conclude con le sperimentazioni artistico-fotografiche di Abate, fra cui i Contatti con la superficie sensibile realizzati ed esposti durante la sua prima mostra personale a Roma, a Palazzo Taverna. [Immagine in apertura: Claudio Abate, Pino Pascali con la sua Vedova Blu, 1965. VI Biennale Romana. Rassegna di arti figurative di Roma e del Lazio, Palazzo delle Esposizioni, Roma 1968 © Archivio Claudio Abate]
PUBBLICITÀ