Una mostra alle Terme di Diocleziano ripercorre oltre 1500 anni di storia di una delle più straordinarie province dell’Impero romano: la Dacia. E lo fa con oltre mille opere provenienti da 47 musei della Romania, esposte in Italia per la prima volta.

Uno dei punti di forza dell’Impero Romano è stata la capacità di mettere in relazione culture differenti, garantendone la convivenza nonostante le diversità: per questo motivo, per comprendere appieno la sua storia, è particolarmente utile osservare la “romanità di frontiera”. In particolare, la Dacia, territorio dell’attuale Romania, è un palcoscenico ideale per far luce su questo fertile intreccio di diverse civiltà.  Visitabile a Roma fino al 21 aprile presso le Terme di Diocleziano del Museo Nazionale Romano, la mostra Dacia. L’ultima frontiera della Romanità ripercorre oltre 1500 anni della sua storia (dall’VIII secolo a.C. all’VIII secolo d.C.).L'ANTICO LEGAME TRA ITALIA E ROMANIA Risultato della collaborazione tra il Museo Nazionale Romano e l’Ambasciata della Romania in Italia, la rassegna – a cura del direttore del Museo Nazionale di Storia della Romania Ernest Oberlander e del direttore del Museo Nazionale Romano Stéphane Verger – raccoglie oltre mille opere provenienti da ben 47 musei della Romania ed esposte per la prima volta in Italia. A sottolineare il legame tra i due Paesi, la mostra segna inoltre un doppio anniversario dei rapporti italo-rumeni: i 15 anni dalla firma del Partenariato Strategico Consolidato tra la Romania e l’Italia, e i 150 anni dalla costituzione della prima agenzia diplomatica della Romania in Italia. LA STORIA DELLA DACIA IN MOSTRA A ROMA Il percorso espositivo, articolato in quattro sezioni, si apre con un calco di una scena scolpita sulla Colonna Traiana che ritrae tre arcieri Daci che tengono sotto tiro i Romani durante un assedio. È infatti così che prende il via la storia della Dacia Romana, conquistata dall’imperatore Traiano tra il 101 e il 106 d.C.. Oltre alla vasta selezione di reperti (armi, vasi, ceramiche, monete, gioielli e corredi per i riti di magia) attraverso i quali è possibile comprendere la cultura, la religione e il commercio dell’antica civiltà dacica, troviamo in mostra alcuni preziosi manufatti di straordinaria bellezza che ne testimoniano la "romanità". Tra questi, il Serpente Glykon da Tomis, raffigurazione in marmo di un “demone buono” che guarisce dalle epidemie; ma anche il magnifico elmo d’oro di Cotofeneşti di manifattura tracia; e ancora l’elmo celtico di bronzo da Ciumeşti, col pennacchio a forma di aquila. [Immagine in apertura: MINAC, Glykon di Tomis]
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