Al MAN di Nuoro una mostra indaga, attraverso le disparate ricerche di artisti italiani e internazionali, l'urgente tema del rapporto tra uomo e natura. In esposizione le creature “ibride” di Thomas Grünfeld, ma anche una mega-installazione di Wangechi Mutu dedicata alla “madre Terra”.

L’alterazione dell’ecosistema, la perdita di biodiversità e il verificarsi di fenomeni atmosferici sempre più estremi hanno inevitabilmente portato l’uomo a riflettere sul proprio ruolo nei confronti della natura. È infatti proprio a causa delle sue azioni che, a partire dalla rivoluzione industriale, sembra aver preso piede un processo di crisi ambientale apparentemente inarrestabile con cui oggi siamo costretti a fare i conti. Di risposta, sempre più artisti indagano il tema della natura attraverso nuove narrazioni, con lo scopo di immaginare nuove prospettive: allestita al MAN di Nuoro dal 5 luglio al 10 novembre, la mostra Diorama – Generation Earth, a cura di Chiara Gatti ed Elisabetta Masala, raccoglie alcune delle ricerche più attuali in questo campo.UOMO E NATURA IN MOSTRA AL MAN DI NUOROPresso il museo sardo, numerosi dipinti, sculture, installazioni e video compongono un percorso che, senza pretesa di essere esaustivo, tenta di attuare una ricognizione dello “stato dell’arte” del rapporto tra uomo e natura. Eterogenei per approcci e per tecniche, gli artisti selezionati – tra cui spiccano anche la portoghese Vanessa Barragão, la scultrice giapponese Mariko Kusumoto e l’illustratrice tedesca Sarah Illenberger – offrono allo spettatore una ricca gamma di spunti di riflessione, passando dal post-naturale alle ibridazioni tra specie diverse, fino alla tassidermia delle wunderkammer. E poi ancora l’invenzione del paesaggio naturale, approdando alle più recenti collaborazioni creative tra uomo e intelligenza artificiale. In tutti i casi, l’obiettivo è sempre lo stesso: stimolare un dialogo critico, richiamando alla necessità di un cambiamento di rotta radicale verso un futuro più sostenibile e inclusivo.UNA MOSTRA IMMERSIVA TRA IBRIDAZIONI, ECOSISTEMI ALIENI E ECO-DISTOPIETrasformando tutte le sale del museo in uno spazio dinamico e interattivo, il percorso espositivo si snoda attraverso delle “fasi” progressive e concettuali: si prende il via con l'origine, che accende i riflettori sullo spettacolo della genesi dell’universo a partire da un’amalgama di energia. Si prosegue affrontando la dicotomia organico e inorganico, natura e arte, in tutte le sue trasformazioni. Alcuni artisti approcciano il tema della natura attraverso la mimesi, ovvero la sua imitazione, mentre altri preferiscono dare vita a un’altra realtà: è in questo caso che entrano in campo le ibridazioni (come quelle delle “creature” di Théo Massoulier e Thomas Grünfeld, che il visitatore incontra attraversando un suggestivo tunnel di luce), gli ecosistemi alieni, le contaminazioni e le eco-distopie. Infine, si arriva all’opera monumentale di Wangechi Mutu: una “madre Terra” che sovrasta un universo nel quale si fondono umani, animali e piante, alieni e terrestri, femminile e maschile.[Immagine in apertura: Origine, installazione video, intelligenza artificiale © Storyville]
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