A Pesaro 40 preziose opere grafiche sono esposte nella cornice di Palazzo Mosca: da Raffaello a Federico Barocci, passando per Simone Cantarini e Giovanni Andrea Lazzarini, la retrospettiva traccia un’evoluzione del disegno ed evidenzia la duratura influenza del maestro di Urbino sugli artisti del suo territorio.

Con la sua forza espressiva ed essenzialità, il disegno si trova alla base delle grandi opere del Rinascimento e dei secoli successivi; rappresenta uno strumento immediato e potente di comunicazione del sapere. La Biblioteca Oliveriana di Pesaro custodisce, in questo senso, un inestimabile patrimonio: proprio da questa collezione provengono le 40 opere grafiche che, in mostra al Palazzo Mosca – Musei Civici di Pesaro fino al prossimo 17 novembre, ripercorrono lo sviluppo della tecnica del disegno nell'era moderna.TRE SECOLI DI OPERE GRAFICHE IN MOSTRA A PESAROA cura di Anna Cerboni Baiardi con Anna Maria Ambrosini Massari, la retrospettiva “Capitale” del disegno. Raffaello, Barocci, Cantarini, Lazzarini dalla Biblioteca Oliveriana per Pesaro 2024 porta l’osservatore alla scoperta della collezione Viti Antaldi, accendendo i riflettori sui principali artisti che hanno operato nel territorio urbinate tra il XVI e il XVIII secolo. Tra questi spiccano Federico Barocci, che eseguiva commissioni per il duca Francesco Maria II della Rovere, Simone Cantarini e Giovanni Andrea Lazzarini. Seppure appartenenti ad epoche radicalmente diverse tra loro, tutti questi artisti si confrontano con il maestro Urbinate in assoluto, Raffaello, la cui influenza si estende su più generazioni a lui successive.IL DISEGNO DA RAFFAELLO A BAROCCILa rassegna traccia quindi un percorso di rimandi formali tra artisti appartenenti a epoche diverse, tutti uniti dal fil rouge del disegno: per ognuno di questi l’attività grafica ha ricoperto un ruolo fondamentale. E infatti “i disegni”, spiega la curatrice Anna Cerboni Baiardi, “permettono al visitatore di entrare nella dimensione più creativa dell’elaborazione artistica, di ammirare il valore sintetico di una linea o la morbidezza di un segno sfumato, di godere di un’immagine funzionale a un progetto o semplicemente di un esercizio di stile fine a se stesso”. Nel percorso di visita della kermesse, inoltre, alcune opere su carta sono messe in dialogo con lavori pittorici che fanno parte del percorso museale permanente, oltre che con prestiti di opere inedite selezionate per l’occasione.[Immagine in apertura: Federico Barocci, Studio con due teste di profilo e un braccio per l'Ultima cena, carboncino e sfumino, tracce di pietra rossa e gessetto su carta preparata bruna, 212x281 mm. Pesaro, Biblioteca Oliveri]
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