Il Museo archeologico di Aosta, riunendo capolavori provenienti da tutta l'area geografica elvetica, presenta una grande e inedita mostra dedicata alla variegata stagione artistica dell'Espressionismo svizzero.

Fino al prossimo 23 ottobre, il Museo Archeologico Regionale di Aosta ospita, per la prima volta in Italia, una mostra d’eccezione dedicata a un movimento artistico del Novecento ancora poco conosciuto e indagato, l’Espressionismo svizzero. La rassegna, resa possibile grazie ai prestiti provenienti dal Kunst Museum di Winterthur e da importanti collezioni museali e private svizzere, vede la curatela di David Schmidhauser e Daria Jorioz.L’ESPRESSIONISMO SVIZZERO AD AOSTA La rassegna, intitolata semplicemente Espressionismo svizzero, raccoglie per la prima volta capolavori provenienti da tutta l’area geografica elvetica, includendo sia il Ticino sia la zona della Svizzera francese. Attivo fino alla prima metà del Novecento, il movimento artistico si sviluppò infatti in modo graduale all'interno delle diverse aree del Paese, tanto da poter parlare, per la grande varietà di approcci espressivi e tendenze stilistiche, di "plurilinguismo elvetico". Troviamo, così, artisti come Cuno Amiet o il gruppo di Ginevra Le Falot, vicini alle influenze del Fauvismo francese; il collettivo lucernese Der Moderne Bund e quello basilese Rot-Blau, interessati, invece, al valore simbolico del colore tipico di Die Brücke e nell’area di Ascona il gruppo dell’Orsa Maggiore, dedito principalmente al tema del paesaggio. Tuttavia, furono numerosi anche gli autori che, senza aderire ad alcuna aggregazione specifica, perseguirono una ricerca artistica individuale.LE OPERE IN MOSTRA AL MUSEO ARCHEOLOGICO REGIONALE DI AOSTA In mostra spiccano capolavori quali Il grande carosello di Louis Moilliet e Paesaggio a Mendrisiotto di Hermann Scherer e opere dall’inconfondibile tratto crudo e spigoloso, tipico della corrente espressionista di respiro europeo, come Interno con tre donne di Albert Muller o La lettrice di Hans Berger. Non mancano poi straordinarie figure femminili come quella di Alice Bailly, autrice di opere come Fredda mattina in Lussemburgo. [Immagine in apertura: Albert Müller, Interno, 1924, olio su tela. Kunst Museum Winterthur. Acquisto dal fondo artistico, 1965. Inv. KV 1007 © Kunst Museum Winterthur]
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