Jean-Michel Basquiat e Andy Warhol hanno realizzato una serie di capolavori a quattro mani a metà degli anni Ottanta: l'anno prossimo a Parigi una mostra farà luce su questa collaborazione ancora poco nota.

La Fondation Louis Vuitton è stata, sin dalla sua inaugurazione nel 2014, una calamita per i visitatori: uno dei progetti espositivi di maggior successo ospitati nell'edificio opera dell'architetto Frank Gehry è stato quello del 2018, dedicato all'artista Jean-Michel Basquiat, visitato da ben settecentomila persone. Prosegue pertanto in quel solco l'esposizione appena annunciata: Basquiat x Warhol, painting 4 hands, aperta dal 5 aprile al 28 agosto 2023. Il principale obiettivo della rassegna è portare alla luce una pagina ancora poco nota della storia dell'arte degli ultimi decenni: la geniale collaborazione che ebbe luogo nel biennio 1984-85 tra Jean-Michel Basquiat e Andy Warhol. In solo un anno i due artisti crearono qualcosa come centosessanta opere “a quattro mani”, tra cui anche alcune delle opere più monumentali mai prodotte durante le rispettive carriere. Un altro grande esponente dell'arte di quegli anni irripetibili, Keith Haring, ebbe a dire che quella collaborazione era una sorta di “conversazione che avviene attraverso i dipinti anziché attraverso le parole”. LA “FACTORY” DI WARHOL E BASQUIAT Quella della Fondation Luis Vuitton sarà la più grande mostra mai dedicata a questo straordinario corpus di lavori “a due teste”. Saranno esposte un centinaio di opere realizzate in consorzio dai due artisti, assieme ad altri capolavori individuali di entrambi, nonché opere di grandi nomi attivi sul palcoscenico artistico della New York di metà anni Ottanta: Keith Haring, Jenny Holzer e Kenny Scharf. Il percorso espositivo nell'edificio del Bois de Boulogne si aprirà con un'interessante serie di scatti fotografici realizzati da Basquiat a Warhol e da Warhol a Basquiat, per evidenziare la loro profonda intesa intellettuale. Si proseguirà poi mostrando i primi lavori prodotti insieme dai due geni: durante quel periodo i dipinti si susseguivano giorno dopo giorno, ed entrambi lavoravano con grande impegno ed entusiasmo. Mentre Basquiat vedeva in Warhol un maestro, un esempio di artista in grado di creare un nuovo linguaggio creativo, Warhol apprezzava l'entusiasmo giovanile che Basquiat emanava quando vibrava le sue potenti pennellate sulla tela, preso da una sorta di vero e proprio "fuoco sacro": fu proprio grazie a lui che il padre della Pop Art dalle sofisticate serigrafie tornò a una pittura più tradizionale e su grande scala. IL FLUSSO CREATIVO DI WARHOL E BASQUIAT È particolarmente interessante ascoltare la versione di entrambi a proposito del processo creativo: “Andy iniziava un dipinto e ci metteva qualcosa di molto riconoscibile sopra, oppure un logo di un prodotto, e io cercavo di deturparlo. Poi tentavo di convincerlo a lavorarci ancora un po' su”, spiegava Jean-Michel Basquiat. “Penso che in questi dipinti che stiamo facendo insieme è meglio se non riesci a distinguere le parti dipinte dall'uno o dall'altro”, commentava Warhol. Era in sostanza un dialogo ininterrotto tra due persone dal retroterra quantomai differente: Warhol era figlio di immigrati divenuto affermato artista, Basquiat era invece un giovane e geniale talento appartenente alla comunità afroamericana. Quello che li accomunava era il loro genio. [Immagine in apertura: Jean-Michel Basquiat and Andy Warhol, 6,99, 1984 297.2 x 420.4 cm. Nicola Erni Collection © Estate of Jean-Michel Basquiat. Licensed by Artestar, New York; © The Andy Warhol Foundation for the Visual Arts, Inc. / Licensed by ADAGP]
PUBBLICITÀ