Seydou Keïta, Malick Sidibé e Samuel Fosso sono i protagonisti della mostra in arrivo al Magazzino delle Idee di Trieste. Un viaggio nella storia africana degli ultimi settant'anni raccontata dal linguaggio della fotografia.

Dal 18 febbraio all'11 giugno 2023 il Magazzino delle Idee di Trieste ospiterà la mostra fotografica dal titolo Ritratti Africani. Seydou Keïta, Malick Sidibé, Samuel Fosso, curata da Filippo Maggia. Offrirà l’occasione di conoscere l'opera di tre fra i più affermati fotografi degli ultimi settant'anni e la dinamicità artistica di alcuni Paesi africani a partire dalla seconda metà del secolo scorso. Saranno esposte più di cento opere in arrivo da numerose istituzioni internazionali come la Contemporary African Art Collection di Ginevra, la Galleria Jean Marc Patras di Parigi, la Fondazione Modena Arti Visive ma anche da numerosi prestatori privati. LA FOTOGRAFIA DI SEYDOU KEÏTA, MALICK SIDIBÉ, SAMUEL FOSSO Bamako, la capitale del Mali, è il palcoscenico su cui muovono i primi passi Seydou Keïta e Malick Sidibé. I due iniziano a collaborare con piccoli studi fotografici della metropoli: sono anni concitati e decisivi per il loro Paese e per tutto il continente africano. Dagli anni Cinquanta in poi infatti inizia il processo di decolonizzazione che porterà all'indipendenza di numerosi Paesi. Quelli di Keïta e Sidibé non sono semplici ritratti di volti, ma rappresentazioni plastiche di tutti quegli ideali incarnati da una gioventù ansiosa di ritrovare un'orgogliosa identità, che ammira la libertà dei coetanei europei o statunitensi ma ambisce a qualcosa di più. Prima tappa di questo lungo e complesso processo ancora in via di completamento è stata l'indipendenza ottenuta dal Mali nel 1960. Samuel Fosso, originario del Camerun, appartiene invece alla generazione successiva a quelle di Keïta e Sidibé. Anche lui comincia da un piccolo studio fotografico. A differenza dei suoi mentori, l'artista inizia a indagare sulla sua immagine, realizzando autoritratti dai quali emerge il consolidamento di un'identità autonoma e ben definita. LA MOSTRA A TRIESTE Secondo il curatore Filippo Maggia l'esposizione di Trieste va intesa come una sorta di staffetta tra generazioni. “Keïta è attivo negli anni che precedono l’indipendenza del Mali, Sidibé vive e racconta gli anni immediatamente successivi all’indipendenza, Fosso nasce negli anni in cui diversi Paesi africani raggiungono l’indipendenza. Una staffetta che riscontriamo anche nei contenuti delle loro immagini, come se il filo narrativo tracciato da Keïta alla fine degli anni Quaranta avesse poi trovato un suo percorso evolutivo che corre di pari passo con la progressiva conquista e manifestazione di una consapevole ‘africanità’, segno distintivo che leggiamo nei loro ritratti, che non casualmente divengono autoritratti in Fosso”. [Immagine in apertura: Seydou Keïta, Senza titolo, 1949-1951. Stampa alla gelatina ai sali d’argento.  Courtesy Jean Pigozzi African Art Collection]
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