Il fotografo Gabriele Micalizzi racconta i conflitti contemporanei attraverso la lente estetica, che conferisce significato autonomo alle immagini catturate. I suoi scatti sono in mostra alla 29 Arts in Progress Gallery di Milano, dal 4 aprile al 28 giugno.



E se la fotografia documentaria potesse contenere anche una dimensione estetica? Gli scatti di Gabriele Micalizzi propongono all’osservatore un genere del tutto nuovo: con il suo obiettivo, l’autore racconta i drammi dei conflitti che hanno sconvolto il mondo negli ultimi vent’anni, ma lo fa attraverso una ricerca visiva precisa e ricercata. Dalle rivoluzioni arabe, passando per i conflitti mediorientali contro il califfato e arrivando fino ai drammi contemporanei in Ucraina e Palestina: le guerre diventano un “teatro” da narrare con lo strumento della macchina fotografica, rivelando una loro bellezza e un personale significato iconografico.LE IMMAGINI DI GABRIELE MICALIZZI A MILANOLa mostra Kind of Beauty, allestita dal 4 aprile al 28 giugno presso la 29 Arts in Progress Gallery di Milano, accompagna gli spettatori attraverso lo sguardo straniante e perturbante di Gabriele Micalizzi, il quale racconta non solo la guerra, ma anche i suoi significati nascosti e i suoi simboli.Nato nel capoluogo meneghino nel 1984, Micalizzi avvia la propria carriera di fotoreporter all’età di 23 anni, durante una spedizione in Afghanistan al fianco dell’esercito italiano e francese. Documenta poi i disordini creati dalle Camicie Rosse in Thailandia. Qui, dopo aver visto (e immortalato) un ragazzo ferito da una bomba a mano, abbraccia la propria vocazione: condividere con il mondo quel tragico palco in cui le emozioni accelerano, le amicizie si rinforzano e la solidarietà diventa bisogno primario e indissolubile.LA BELLEZZA NEGLI SCATTI DI GABRIELE MICALIZZI"Gabriele ha una straordinaria capacità di sintesi”, spiega la curatrice Tiziana Castelluzzo, “riesce a coniugare in un unico scatto poesia, potenza e bellezza. Le sue fotografie, anche quelle più esplicite, sono espressione metaforica di una realtà più ampia, più complessa che induce lo spettatore a porsi interrogativi sugli eventi, sull’uomo e sulla natura dei conflitti. Gabriele non solo ritrae la guerra ma la vive in prima persona mettendosi accanto ai combattenti, al centro della scena, correndo i loro stessi rischi. I suoi scatti portano con sé non solo ciò che raccontano ma anche tutto il suo bagaglio emotivo. Lo sguardo di Gabriele però non è mai giudicante ma è libero e aperto, sembra guidato da una necessità di chiarezza e di comprensione degli aspetti più intimi e più umani dei fatti della storia”.[Immagine in apertura: © Gabriele Micalizzi - From Renaissance to Resistance, Donbas, Ukraine, 2022. Courtesy of 29 Arts in Progress Gallery]
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