Sebbene durò solo un quinquennio, l'adesione di Alberto Giacometti al movimento surrealista generò forti legami fra l'artista ed eminenti colleghi, fra cui Picasso, Miró, Ernst, Dalí, Tzara e Breton. Proprio sul rapporto con quest'ultimo si concentra la nuova mostra dell'Institut Giacometti di Parigi, che svela gli esiti di recenti ricerche negli archivi dei due autori.

Scomparso nel 1966, all'età di 65 anni, Alberto Giacometti è ampiamente riconosciuto fra i maestri del Novecento. La sua ricerca, la sua produzione artistica e la sua stessa figura continuano a ispirare progetti editoriali ed espositivi, che finiscono per fornire inedite chiavi interpretative della sua parabola umana e professionale. In una, seppur parziale, sovrapposizione temporale, due eminenti istituzioni culturali europee sono sede di mostre che disegnano un suo ritratto a partire dalle relazioni stabilite con due "colleghi d'eccezione". Aperta fino al 13 febbraio prossimo, Picasso-Giacometti  ricostruisce l'amicizia fra lo scultore e il "padre" della corrente cubista nella cornice del Museum Voorlinden di Wassenaar, nei Paesi Bassi. Al via il prossimo 19 gennaio, Alberto Giacometti ‒ André Breton, surrealist friendships indaga invece il forte rapporto che unì la coppia di artisti, nato nell'alveo dell'esperienza surrealista.L'AMICIZIA FRA GIACOMETTI E BRETON IN MOSTRA A PARIGI Ospitata negli spazi della Fondation Giacometti, a Parigi, la mostra svela gli esiti di un lavoro di ricerca che ha visto impegnato il team curatoriale negli archivi personali di entrambi gli artisti. Riunendo opere provenienti da collezioni private, poste in dialogo con una serie di capolavori eccezionalmente prestati dal Centre Pompidou, Musée d'art moderne de Paris (MAM), Musée Picasso, Musée des Beaux-Arts di Bruxelles e Moderna Museet di Stoccolma, la rassegna punta a restituire tutta l'intensità di un'intesa che fu sì intellettuale e artistica, ma anche profondamente umana e schietta. Punto di avvio di questa narrazione è la scultura Suspended Ball: realizzata da Giacometti nel 1930 ed esposta con (inaspettato) successo alla Galerie Pierre, attirò l'attenzione di André Breton. il leader del gruppo surrealista ne acquistò la versione in legno, che avrebbe conservato nel suo studio parigino per tutta la vita. Proprio al 1930 risale l'adesione di Giacometti al movimento; la sua partecipazione durò cinque anni, un intervallo di tempo che si rivelò proficuo e durante il quale presero forma legami di amicizia con artisti, fotografi e scrittori che si sarebbero rivelati di lungo corso. A rafforzarli, la stima reciproca e la condivisione di posizioni, interessi e visioni che la mostra evidenzia con documenti d'archivio mai esposti prima. UN LEGAME OLTRE L'ARTE Aperta fino al 4 aprile e accompagnata da un programma di proiezioni cinematografiche, workshop tematici e reading, Alberto Giacometti ‒ André Breton, surrealist friendships fa luce su episodi emblematici. Fra questi, vale la pena soffermarsi sulla speciale collaborazione fra i due autori nata in occasione del matrimonio di André Breton e dell'artista Jacqueline Lamba. Éluard e Giacometti furono i testimoni degli sposi e Man Ray immortalò l'evento con i suoi scatti. Per la moglie, Breton compose la raccolta di poesie The Air of the water e incaricò Giacometti di illustrarla con una serie di incisioni. Proprio in occasione della rassegna parigina vengono presentati, per la prima volta, i disegni che l'artista realizzò; solo quattro fra questi confluirono nella pubblicazione.  [Immagine in apertura: Victor Brauner, Portrait of André Breton, 1934. Oil on canvas, 61 x 50 cm. Musée d'Art Moderne, Paris © Adagp, Paris 2022]
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