​In occasione del settecentenario della morte di Dante Alighieri, Casa Leopardi a Recanati rende omaggio al Sommo Poeta svelando i propri "tesori danteschi". Fra questi l’autografo originale del canto "Sopra il monumento di Dante che si preparava in Firenze", esposto al pubblico per la prima volta insieme ad alcune edizioni della "Divina Commedia".

“Perchè le nostre genti pace sotto le bianche ali raccolga, non fien da’ lacci sciolte dell’antico sopor l’itale menti s’ai patrii esempi della prisca etade questa terra fatal non si rivolga”. Con questi versi si apre il celebre canto che Giacomo Leopardi compose, nell’autunno del 1818, pensando a Dante Alighieri per descrivere lo stato di abbandono nel quale versava l’Italia. Stiamo parlando di Sopra il monumento di Dante che si preparava in Firenze, un testo prezioso che, nel settecentenario della morte del Sommo Poeta, viene finalmente esposto al pubblico per la prima volta. Fino al prossimo 30 gennaio, la Biblioteca Leopardi di Recanati mette in mostra il manoscritto originale insieme ad alcune rarissime edizioni della Commedia dantesca. CASA LEOPARDI A RECANATI OMAGGIA DANTE Un’occasione unica sia per riscoprire il senso di profonda stima che Leopardi nutriva nei confronti di Dante, sia per immergersi completamente in quell'atmosfera che ha decisivamente contribuito alla formazione del grande poeta marchigiano. Come afferma anche la contessa Olimpia Leopardi, sua discendente: “Per la nostra famiglia è un grande piacere poter dare l’opportunità al pubblico di fruire dei tesori presenti nella biblioteca che ha visto formarsi Giacomo. Vorremmo offrire ai visitatori la possibilità di calarsi nei panni del giovane lettore e di provare a riscoprire il suo stupore fanciullesco, quello che coglie tutti noi di fronte ad un’opera che ha plasmato l’immaginario collettivo”. IL MANOSCRITTO DI GIACOMO LEOPARDI Costituita da dodici strofe e 200 versi complessivi, la canzone Sopra il monumento di Dante che si preparava in Firenze fu concepita prendendo spunto dall’intenzione di erigere un monumento a Dante in piazza di Santa Croce, nel centro storico del capoluogo toscano. Nel componimento poetico, Leopardi si rivolge dapprima agli esecutori del progetto per poi guardare all’Alighieri, alla ricerca di un qualche tipo di conforto. Tema centrale del canto è infatti la condizione della penisola italica: un Paese – secondo Leopardi – vittima del dominio napoleonico che ha privato l’Italia di inestimabili ricchezze e, soprattutto, costretto il suo popolo a combattere una guerra – la campagna napoleonica in Russia, nel 1812 – che non gli apparteneva. Proprio per la sua capacità di unire un certo impegno politico ed etico a una grande padronanza della lingua, il Sommo Dante diviene così l’interlocutore ideale per sostenere quel genuino spirito patriottico provato da Leopardi. I VOLUMI IN MOSTRA PRESSO LA BIBLIOTECA LEOPARDI Allestita nella Sala dei manoscritti della Biblioteca Leopardi, l’esposizione è arricchita dalla presenza di molteplici edizioni della Divina Commedia appartenute alla nobile famiglia. Attraverso un attento percorso cronologico si ha così modo di ammirare un corpus di volumi pregiati, tra i quali spiccano un incunabolo in-folio del 1477 – commentato dal critico letterario Alessandro Vellutello – e la prestigiosa edizione in-quarto del 1544, arricchita dalle illustrazioni di Giovanni Britto e dall’indicizzazione dello stesso Leopardi. [Immagine in apertura: Sala dei manoscritti, Biblioteca Leopardi. Foto di proprietà di Casa Leopardi]
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