Il centro PHOS di Torino ha da poco inaugurato una rassegna che, fino al prossimo 31 gennaio, mette in dialogo Giacomo Leopardi con 34 opere fotografiche realizzate dal maestro Mario Giacomelli, ispirate alla celebre poesia "A Silvia".

“Silvia, rimembri ancora quel tempo della tua vita mortale, quando beltá splendea negli occhi tuoi ridenti e fuggitivi, e tu, lieta e pensosa, il limitare di gioventú salivi?”. Con questi versi comincia la celeberrima A Silvia: il canto struggente composto da Giacomo Leopardi nel 1828, e dedicato alla fugacità della vita. Un’opera così potente e toccante da custodire al suo interno una forte carica immaginifica.  Lo sapeva bene Mario Giacomelli, l’importante fotografo italiano che, proprio dal mondo della poesia, traeva spesso ispirazione per i suoi scatti tanto lirici quanto visionari. Un interesse che ha visto l’artista confrontarsi più volte con autori del calibro di Emily Dickinson, Sergio Corazzini, Eugenio Montale e, per l’appunto, Giacomo Leopardi. GIACOMELLI E LEOPARDI A TORINOProprio quest’ultimo è al centro di una serie di 34 fotografie che Giacomelli produsse nel 1964 su invito del critico e fotografo Luigi Crocenzi. Concepita con l’intento didattico di tradurre in immagini alcuni versi poetici, la sequenza fu poi mandata in onda, lo stesso anno, in occasione della trasmissione televisiva Telescuola. A distanza di circa sessant’anni da quell’episodio, gli scatti di Giacomelli ritornano sotto i riflettori grazie a un’originale mostra allestita presso gli spazi di PHOS – Centro Polifunzionale per la Fotografia e le Arti Visive di Torino. TRA LETTERATURA E FOTOGRAFIA Ideata con l’intenzione di creare dei punti di contatto tra le arti visive e la letteratura, la rassegna – dal titolo Mario Giacomelli e Giacomo Leopardi. Poetare per immagini – si presenta come una preziosa occasione per riscoprire la profonda sensibilità di due degli autori più influenti del nostro Paese. Visitabile fino al prossimo 31 gennaio, la mostra include al suo interno non solo il lavoro fotografico ispirato da A Silvia, ma anche le testimonianze di un secondo progetto fotografico (datato 1988) e le riproduzioni di alcune lettere scambiate tra Giacomelli, Crocenzi e il conte Pierfrancesco Leopardi. Arricchisce l’intera iniziativa il ciclo di cinque conferenze che, fino al 24 gennaio, approfondiranno la ricerca di Mario Giacomelli, indagando, al contempo, la relazione tra il mezzo fotografico e la scrittura. [Immagine in apertura: Mario Giacomelli, A Silvia, 1964. Courtesy CRAF – Centro di Ricerca ed Archiviazione della Fotografia, Spilimbergo]
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