Mai come quest'anno finestre e balconi hanno permesso di "restare in connessione" con il mondo esterno, soprattutto nelle lunghe settimane del lockdown. Fruibile virtualmente, in attesa della riapertura della Japan House Los Angeles, la mostra "Windowology" analizza le evoluzioni tipologiche e formali di questo elemento architettonico nel contesto giapponese, documentandone le profonde connessioni con la cultura e la società nipponiche.

L'esperienza del confinamento domestico, condivisa da una rilevante percentuale della popolazione mondiale, ha fornito l'occasione per riflettere sulle qualità, sulle carenze e sui margini di miglioramento del proprio ambiente domestico di riferimento. Elementi imprescindibili del lessico architettonico e presenze fondamentali in ogni tipologia di edificio, la finestre sono state al centro di una sorta di "processo di rivalutazione", divenendo lo strumento privilegiato per mantenere un contatto, almeno visivo, tra interno ed esterno in particolare durante il lockdown.Come noto, essendo fatte "di vetro trasparente ci permettono di vedere, attraverso di loro, il mondo fuori; il vetro stesso funge da scudo fisico, offrendoci protezione dagli agenti esterni e dai pericoli", ha raccontato lo storico e critico dell'architettura Igarashi Tarō. Si tratta del curatore della mostra itinerante Windowology, che dopo il debutto alla Japan House Los Angeles (al momento chiusa al pubblico) farà tappa nelle sedi della medesima istituzione a São Paulo e a Londra. Attualmente accessibile a tutti, anche a distanza, grazie all'esperienza virtuale, ai contenuti video e al tour 3D esperibili sul sito ufficiale della galleria californiana, la rassegna è l'esito di un progetto di ricerca multidisciplinare coordinato dal Window Research Institute, una fondazione di base a Tokyo che si occupa dello sviluppo della cultura architettonica.UNA FINESTRA SUL GIAPPONELe dieci tematiche prese in esame dal progetto curatoriale ‒ Windows on Craft, Windows on the Environment, Windows on Stories, Windows on Film, Windows on the Teahouse, Windows on Manga, Windows on How We Live Now, Windows on Motion, Windows on Words, Windows on Art ‒ equivalgono ad altrettanti ambiti di ricerca meritevoli di essere esplorati per comprendere con pienezza come, nella cultura giapponese, le finestre non rappresentino esclusivamente degli "elementi architettonici".Analizzandone l'evoluzione formale, dal passato ai giorni nostri, emerge infatti come il loro design risulti strettamente legato al comportamento umano: un vero e proprio riflesso dei cambiamenti nel carattere sociale, culturale e tecnologico della società nipponica. Anche oggi la pandemia, ponendoci di fronte all'ennesimo stravolgimento, ci induce a riconsiderarne il ruolo. "Durante i periodi di crisi, le finestre rivelano molto sulla cultura e sull'umanità. Poiché limitiamo le nostre attività e rimaniamo nelle nostre case per periodi di tempo più lunghi, trascorriamo molte più ore davanti alle finestre, che così offrono la speranza di uno stato alternativo di connettività", ha aggiunto Igarashi Tarō. Il curatore ha inoltre rilevato come, proprio nel corso dell'emergenza sanitaria, le finestre ci abbiano permesso di "esprimere la ricchezza delle diverse culture del mondo: da cantare l'opera da un balcone all'altro in Italia fino a condividere messaggi di gratitudine per gli operatori sanitari attraverso di loro".[Immagine in apertura: The JAPAN HOUSE Los Angeles Windowology exhibition on Oct. 16, 2020, in Los Angeles, California. Photo by Ryan Miller/(C)JAPAN HOUSE Los Angeles]
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