Tra i protagonisti della nuova stagione espositiva milanese c'è Umberto Boccioni, al quale la Galleria Bottegantica dedica una mostra che ne ripercorre gli anni giovanili.

Quando si pensa a Boccioni, balzano subito alla mente i suoi capolavori più noti, da La città che sale a Forme uniche della continuità nello spazio, simboli di una poetica e di un approccio stilistico ormai delineati. Ma cosa accadde prima? E quale fu il percorso compiuto dall'artista per mettere a punto il proprio linguaggio? Trae origine da questi interrogativi la mostra in arrivo alla Galleria Bottegantica di Milano l'8 ottobre. Curata da Virginia Baradel, in collaborazione con Ester Coen e Niccolò D’Agati, e allestita fino al 4 dicembre, Il giovane Boccioni riunisce una serie di opere datate fra il 1901 e il 1909, analizzando da vicino la formazione dell'artista, i modelli a cui guardò e i maestri che ne influenzarono le scelte.LA FORMAZIONE DI BOCCIONI La rassegna avvolge il filo di un decennio fondamentale per la storia creativa di Boccioni, che viaggiò tra Roma, Padova, Venezia e Milano, senza dimenticare il soggiorno parigino del 1906 e il successivo viaggio in Russia, alla ricerca della propria strada nel mondo delle arti visive. Dalla grafica alla pittura, dal disegno all'incisione, le opere selezionate per la mostra rendono evidente l'interesse del giovane Boccioni verso la lezione classica e rinascimentale, alla quale si affiancano modelli ben più recenti, come Balla, Previati e Segantini. Fin dagli esordi, infatti, Boccioni fu animato da un instancabile desiderio di sperimentare nuovi metodi e prospettive sulla realtà, trovando nel passato un punto di partenza per raggiungere inediti traguardi. In particolare la mostra milanese darà risalto ai lavori su carta, opere nelle quali il tratto di Boccioni si fa via via più consapevole e spavaldo, cimentandosi con rese architettoniche e ritratti che sfiorano la caricatura. Riflettori puntati anche sulle tempere commerciali dipinte da Boccioni per motivi soprattutto economici, a riprova della determinazione necessaria ai giovani artisti, allora come oggi, per trasformare la propria passione in un mestiere.[Immagine in apertura: Umberto Boccioni, Trittico. Veneriamo la Madre, 1907-08. Olio su tavola, 27 x 56 cm. Collezione privata]
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