Cosa lega Hugo Pratt a Omero, Rudyard Kipling, Arthur Rimbaud, Robert Louis Stevenson e Somerset Maugham? E cosa avvicina Corto Maltese a Thomas Moore, William Shakespeare, Gabriele D’Annunzio ed Hermann Hesse? Una nuova mostra a Roma risponde a queste domande, conducendo il pubblico in un viaggio tra immagini e parole.

Tutti conoscono Hugo Pratt per le sue celebri creazioni, su tutte Corto Maltese, il mitico marinaio nato dalla penna del fumettista nel 1967 e protagonista dell'omonima serie editoriale. Pochi, tuttavia, sanno che lo stesso autore (al secolo Ugo Eugenio Prat) era un avido lettore, profondo conoscitore dei romanzi dei più celebri scrittori della storia.Su questo aspetto biografico, oltre che professionale, si sofferma la mostra La biblioteca geografica di Hugo Pratt, un viaggio nella letteratura reale e immaginaria, un progetto espositivo peculiare, che mette sotto i riflettori le affinità tra il “padre” del fumetto italiano e maestri della letteratura come Rudyard Kipling, Arthur Rimbaud, Gabriele D’Annunzio ed Hermann Hesse.HUGO PRATT IN MOSTRA A ROMAAperta al pubblico fino al prossimo 20 dicembre nelle prestigiose sale del Palazzo Strozzi-Besso di Roma, la rassegna è una finestra sulla produzione del mitico disegnatore veneziano, qui posta in dialogo con quelle di letterati ben più illustri e consolidati all’interno dell’immaginario internazionale.“Di Pratt mi ha sempre colpito la sua smisurata biblioteca e il suo ostinato bisogno di conoscere. Viaggiava nei luoghi del mondo ma viaggiava – e tanto – tra i suoi libri”, dice Patrizia Zanotti, curatrice del progetto insieme a Nadège Vaïnas e storica collaboratrice del disegnatore. “Leggeva e rileggeva la pagina di un romanzo, si fermava ad entrare dentro una poesia, annotava il capoverso di un saggio di storia. La letteratura, insieme al cinema, alla musica e ad ogni altra forma d’arte, era la sua linea dell’orizzonte. La mostra prova a raccontare tutto questo”.I “PADRI” LETTERARI DI HUGO PRATTPasseggiando tra le varie sezioni del percorso di visita emergono le affinità tra il fumettista e scrittori di primo piano come Robert Louis Stevenson e James Oliver Curwood, messi in dialogo tra loro grazie a un affascinante gioco di citazioni e rimandi geografici. Come nel caso dei capitoli espositivi dedicati ad Antoine de Saint-Exupéry e all’Odissea di Omero – disegnata da Pratt nel 1963 per il Corriere dei Piccoli, esempio ideale di questo progetto che mescola immagini, parole e senso dell'avventura alla scoperta di mondi lontani. [Immagine in apertura: L’ultimo dei Mohicani, 1986 © Cong S.A., Svizzera, tutti i diritti riservati]
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