Tutte le inquietudini dell'arte in mostra a Reggio Emilia
ARTE
La mostra a Palazzo Magnani mette a confronto l'arte del Novecento e della contemporaneità con opere dell'Art brut, nel solco di una ricerca sullo sfuggente concetto di identità.
Palazzo Magnani a Reggio Emilia ospita la mostra L'arte
inquieta. L'urgenza della creazione. Paesaggi interiori, mappe, volti. 140
opere da Paul Klee ad Anselm Kiefer, aperta alle visite fino al 12 marzo
2023. L'esposizione è tutta incentrata sulla risposta che vari artisti hanno
cercato di dare (o di darsi) a un interrogativo apparentemente semplice:
che cosa si intende per identità? Curata da Giorgio Bedoni, psichiatra e
docente all'Accademia di Brera di Milano, da Johann Feilacher, direttore del
Museum Gugging di Vienna, e dal noto storico dell'arte Claudio Spadoni, la
mostra raccoglie opere dal Novecento all'età contemporanea.
ARTE E IDENTITÀ IN MOSTRA A REGGIO EMILIA
Molti collezionisti privati e istituzioni museali hanno
permesso l'organizzazione di una rassegna ambiziosa, che accosta opere
significative di figure consolidate dell'arte del Novecento come Alberto Giacometti,
Jean Dubuffet, Hans Hartung, Anselm Kiefer, Antonio Ligabue, Pietro Ghizzardi,
Cesare Zavattini, Maria Lai, Alighiero Boetti, Emilio Isgrò, Carla Accardi a
opere che afferiscono al mondo di coloro che un tempo venivano sommariamente
definiti “gli esclusi”, cioè la produzione artistica realizzata nel contesto
degli ospedali psichiatrici: una galassia che l'artista francese Jean Dubuffet
definì nel 1945 in maniera estremamente efficace come Art brut, cioè
arte “grezza”, di cui l'Art Brut Center Gugging di Vienna rappresenta un punto
di riferimento imprescindibile a livello mondiale. A Reggio Emilia, le opere
dell'Art brut e della grande arte del Novecento sono messe a confronto con i
documenti provenienti dall'Archivio Ex Ospedale San Lazzaro del Museo di Storia
della Psichiatria di Reggio Emilia, che vanta una tra le più estese raccolte in
campo psichiatrico d'Europa, con decine di migliaia di cartelle cliniche.
LE OPERE IN MOSTRA A PALAZZO MAGNANI
La mostra a Palazzo Magnani si articola in tre sezioni: nella
prima è affrontata la tematica del Volto metamorfico, inteso come il
ritratto del sé che ognuno di noi decide di attribuirsi nella misura in cui decide
di prendere coscienza del proprio essere più profondo. La seconda sezione
approfondisce invece Serialità, Ossessioni, Monologhi interiori: qui
vengono affrontati i labirintici percorsi mentali che assumono talvolta
connotazioni quasi ritmiche e tribali. La terza sezione invece è dedicata a Cartografie,
Mappe e Mondi visionari: sono esposte opere del Novecento e della
contemporaneità che offrono un vasto repertorio dei diversi modi di intendere
il mondo. Tra le opere spiccano Alternando da uno a cento e viceversa di
Alighiero Boetti, Femme debout I di Alberto Giacometti, Grande grigio
bruno di Carla Accardi, Tra Rhodos e Isparta di Emilio Isgrò,
Gravure 9 di Hans Hartung, due opere appartenenti ai surrealisti Max Ernst
(Giovane donna a forma di fiore) e Yves Tanguy (In un luogo
indeterminato), oltre a molti interventi di Art brut, autentici piccoli
capolavori che ammaliano nella loro umana sincerità.
[Immagine in apertura: Anselm Kiefer, Ich halte alle Indien in meiner Hand (Ho in mano tutta l'India), 1995. Tecnica mista su tela, 240 x 318 x 4,5 cm. Mart, Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto
© MART-Archivio Fotografico e Mediateca]