Le opere dell’argentino Julio Le Parc, pioniere dell’arte cinetica e della Op Art, inaugurano il nuovo corso espositivo e gestionale del quattrocentesco Palazzo delle Papesse a Siena. Oltre 80 opere in mostra ripercorrono 60 anni di carriera dell’artista, a partire dalla fine degli anni Cinquanta fino alle sue ultime sperimentazioni.

Oltre 80 opere di Julio Le Parc compongono la retrospettiva più ampia mai dedicata all’artista argentino in Italia: succede a Siena, nella cornice quattrocentesca del Palazzo delle Papesse, dove la mostra Julio Le Parc. The discovery of perception ripercorre quasi sessant’anni della sua carriera. A partire dalle prime sperimentazioni del 1958, passando per la sua partecipazione alla 33esima Biennale di Venezia nel 1966, dove ricevette il prestigioso Gran Premio internazionale alla pittura, fino ad arrivare ai giorni nostri, la rassegna propone una delle più ampie e complete raccolte di opere del precursore dell’arte cinetica e dell’Op Art.A SIENA RIAPERTO PALAZZO DELLE PAPESSE Curata da Marcella Beccaria in dialogo con lo stesso Julio Le Parc (che compie 96 anni il prossimo 23 settembre) e il con il direttore artistico del suo studio Yamil Le Parc (e in collaborazione con Galleria Continua), la mostra è la prima ad essere realizzata da quando Opera Laboratori si occupa della gestione dello storico edificio. Il percorso, che predilige un'organizzazione tematica piuttosto che cronologica, prende il via con l'opera Sphere verte (2016). Si tratta di una sfera sospesa, formata da una serie di tessere di plexiglass verde che riflettono la luce: un elemento impalpabile che, insieme al movimento, è uno dei principali protagonisti della ricerca di Le Parc. Si tratta di uno strumento per soddisfare il “mio desiderio di allontanarmi dalla nozione di un’opera fissa, stabile e definitiva”, scriveva l’artista già nel 1971.L'OP ARTE DI JULIO LE PARC IN MOSTRA A SIENATra le opere in mostra spiccano Continuel lumière mobile (1963-2013), Continuel lumière boite n. 3 (1959-1965) e Continuel lumière avec quatre formes en contorsion (1966-2012), ognuna delle quali indaga in modi differenti proprio la relazione tra luce e movimento. Un percorso di ricerca, quello che si va a delineare, che porta l’artista a riflettere sulla quarta dimensione e a definire uno spettro di 14 colori che diventano la base per la sua produzione pittorica. La sua ricerca cromatica emerge in dipinti come Ondes 139 série 47 n. 8, (1974), oppure Ondes Alternées à partir d’un thème de 1972 (1972-2018): poter osservare questi lavori, sottolinea la curatrice Marcella Beccaria, “significa accedere ad un universo gioioso nel quale è protagonista l’esperienza percettiva”.L’ITALIA E L’ARGENTINA SI INCONTRANOLa mostra Julio Le Parc. The discovery of perception non solo celebra il grande artista dell’Op Art, ma che rende omaggio anche al rapporto tra l’Italia e l’Argentina, paese in cui vive la più grande comunità straniera italiana. “Era tempo che Le Parc tornasse in Italia”, ha dichiarato Yamil Le Parc, direttore dello studio dell’artista sudamericano, ”per poter continuare a influenzare e ispirare il pubblico odierno con la sua capacità di mettere in discussione e trasformare la nostra comprensione dell’arte contemporanea”.[Immagine in apertura: Photo Bruno Bruchi per Opera Laboratori]
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