in occasione della Biennale Architettura 2023, a Venezia ACP - Palazzo Franchetti ospita la mostra "Kengo Kuma. Onomatopoeia Architecture". Fino al 26 novembre 2023, resteranno esposte oltre venti maquette del noto architetto giapponese, che proprio nella città lagunare curò ’allestimento del padiglione del suo Paese alla Biennale 1995.





Bis di mostre di architettura nella sede espositiva di ACP – Palazzo Franchetti a Venezia contestualmente alla 18esima Mostra Internazionale di Architettura, al via il prossimo 20 maggio. Parallelamente a Building a Creative Nation, rassegna in cui per la prima volta il Qatar presenta all'estero la sua prossima generazione di istituzioni culturali, si svolge infatti un particolare progetto espositivo dedicato a uno dei maestri dell'architettura giapponese contemporanea: Kengo Kuma.LA MOSTRA DI KENGO KUMA A VENEZIA ​"L’onomatopea non vede l’architettura come il soggetto delle operazioni di attori di un rango superiore (gli architetti), ma pone architettura ed esseri umani sullo stesso piano. Gli architetti non sono a capo dell’architettura, ma camminano attorno a essa insieme ai fruitori. L’onomatopea è simile alla voce di un animale emessa a livello fisico ed esperienziale". Sono parole dello stesso progettista scelte come punto d'avvio della retrospettiva intitolata, non a caso, Kengo Kuma. Onomatopoeia Architecture. L'atto di adottare vocaboli i cui suoni evocano i rumori ai quali si riferiscono diviene, nella mente di Kuma, parte del processo compositivo. Nel vocabolario dell'architetto essenziali sono infatti i materiali cari alla tradizione nipponica, fra cui carta e legno, impiegati con modalità contemporanee e in chiave sostenibile. Nella sua visione, inoltre, l'impiego delle superfici deve generare riflessi su tutti i sensi: vista, olfatto, tatto. Di conseguenza le oltre venti maquette esposte a Venezia consentono ai visitatori di riscoprire tutte le qualità dei materiali, non solo quelle visive, e di addentrarsi nell'universo del noto progettista.LA STORIA DELL'ARCHITETTO KENGO KUMA Curata da Chizuko Kawarada e Roberta Perazzini Calarota, la rassegna consente dunque di conoscere da vicino un aspetto peculiare della produzione di Kuma, che si è progressivamente affermato sulla scena internazionale a partire dagli anni Duemila. Nato a Yokohama nel 1954, si è formato alla facoltà di Architettura dell’Università di Tokyo, dove negli anni Settanta prevaleva la tendenza al ricorso al cemento, sulla scia degli insegnamenti di Kenzo Tange. Un modello dal quale Kuma si discosta per intraprendere un percorso che lo renderà, negli anni, un riferimento nell'uso di legno e metallo. Con all'attivo oltre 400 tra edifici e installazioni in tutto il mondo, realizzati dallo studio Kengo Kuma and Associates, in occasione della mostra a Venezia l'architetto ha anche progettato una struttura temporanea site specific: alta oltre 5 metri e costruita in alluminio, accoglie il pubblico nel cortile del palazzo. [Immagine in apertura: crediti Vincenzo Bruno /ACP]
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