La mostra su Lee Miller e Man Ray a Venezia
FOTOGRAFIA
Nessun'altra figura ha saputo rompere il “soffitto di cristallo” come Lee Miller fece nella prima metà del Novecento nella fotografia. A Venezia, una mostra in apertura a Palazzo Franchetti ne ripercorre la vicenda creativa e ne sancisce il ruolo di testimone privilegiata di numerosi accadimenti del Secolo Breve.
È nella straordinaria cornice di Palazzo Franchetti, a Venezia, che il 5 novembre prossimo prenderà vita la mostra Lee Miller-Man Ray.
Fashion, love, war. A cura di Victoria Noel-Johnson, sarà dedicata a una figura che finalmente sta
guadagnando la posizione che le è propria nel contesto della storia delle arti
visive del XX secolo: la geniale fotografa statunitense Lee Miller. Finora l'artista è stata declinata secondo una visione ormai obsoleta, ovvero esclusivamente dal punto di vista maschile: come musa e amore del celebre fotografo Man
Ray o come moglie del pittore britannico Roland Penrose. Eppure la statura di Lee Miller è tale da fare ombra a molti degli artisti suoi contemporanei: fu lei a ideare la tecnica della
solarizzazione tanto usata da Man Ray; fu lei a documentare eventi nodali della storia del XX secolo,
come il Blitz su Londra, la battaglia di Normandia, la liberazione di Parigi o
i campi di concentramento di Buchenwald e Dachau. LEE MILLER IN MOSTRA A PALAZZO FRANCHETTI
Al centro della mostra veneziana, aperta fino al 10 aprile 2023, c'è il rapporto fra Lee Miller e Man Ray che iniziò a Parigi nel 1929. Un anno fondamentale per l'emancipazione
femminile nell'arte, dato che vide anche Abby Aldrich
Rockefeller e le sue “daring ladies”, Lillie P. Bliss e Mary Quinn
Sullivan, fondare il Museum of Modern Art di New York. Entrambi statunitensi a Parigi, i due artisti si
innamorarono e Man Ray introdusse la giovane fotografa nell'incredibile mondo delle avanguardie artistiche, dove ebbe modo di ritrarre
figure come Pablo Picasso o Max Ernst e conoscere Marcel Duchamp, Salvador
Dalí, Giorgio de Chirico e Jean Cocteau. L'amore con Man Ray fu però effimero,
e nel 1932 Miller ritornò a New York. Dopo aver conosciuto Roland Penrose si
trasferì a Londra e divenne fotografa per Vogue UK negli anni orribili della
Seconda Guerra Mondiale. Nel 1944 iniziò a lavorare come corrispondente per Time Life; fu in
quel periodo che il fotografo David Scherman realizzò la celebre foto di Lee
Miller nella vasca da bagno di Hitler, presente nella mostra di Palazzo
Franchetti.
140 FOTO DI LEE MILLER E MAN RAY ESPOSTE A VENEZIA
Oltre al focus sul rapporto con Man Ray, trasformatosi nei decenni da amore in amicizia, la rassegna è l'occasione per rivendicare il ruolo fondamentale di Lee Miller nel contesto
della fotografia. Grazie alla collaborazione con i Lee Miller Archives
e la Fondazione Marconi di Milano, l'esposizione di Palazzo Franchetti offre ben
140 fotografie di Miller e Man Ray, oltre a oggetti d'arte e testimonianze
video. Una bella rivincita per un'artista che dovette aspettare il 1955 per
poter essere finalmente esposta nella mostra The family man, curiosamente proprio
in quel MoMA di New York così fortemente voluto da Abby Aldrich e dalle “daring
ladies” del 1929
[Immagine in apertura: Man Ray, Natasha, 1931 (1980). Collezione privata, Courtesy Fondazione Marconi, Milano © Man Ray 2015 Trust / ADAGP – SIAE – 2022]