È unico e straordinario il patrimonio di reperti in legno conservato a Ercolano, salvatosi dalla furia devastatrice dell'eruzione del Vesuvio e giunto fino a noi anche grazie alla dedizione di generazioni di operai e specialisti. Fino al 31 dicembre 2023, nella settecentesca Reggia di Portici, una mostra fa luce su questa eccezionale storia.

Si potrà fare ricorso anche alla tecnologia NFC per saperne di più sul patrimonio di reperti lignei esposto alla Reggia di Portici in occasione di Materia. Il legno che non bruciò ad Ercolano. Curata da Francesco Sirano e Stefania Siano e visitabile fino al 31 dicembre 2023, la mostra racconta una delle tante e appassionanti vicende legate alla rovinosa eruzione del Vesuvio del 79 d.C., che come noto non colpì solo il sito di Pompei.GLI OGGETTI LIGNEI "SALVATI" DALL'ERUZIONE DEL VESUVIO Anche Ercolano fu tra i centri travolti dal nefasto evento, che tuttavia non si limitò a seminare morte e distruzione. La conservazione dei materiali lignei rinvenuti nell'antico centro romano, un fatto rarissimo per l'archeologia, si deve infatti al particolare tipo di seppellimento che coinvolse il centro, causato dalle ondate di fango vulcanico dell’eruzione. La coltre piroclastica di circa 20 metri di spessore che inglobò materiali, utensili ed elementi architettonici ha consentito che gli arredi e tutti gli oggetti in legno risultassero sì carbonizzati, ma non venissero bruciati e quindi persi per sempre. Una condizione che contribuisce all'unicità di Ercolano, oggi illustrata dal percorso espositivo che si snoda fra alcune delle sale al piano nobile del palazzo reale, un tempo residenza estiva della famiglia reale borbonica e attuale sede dell'Herculanense Museum.LA MOSTRA ALLA REGGIA DI PORTICI Protagonisti della rassegna sono oltre 120 oggetti, tutti provenienti da Ercolano e fin qui mai presentati al pubblico in forma monografica. Un corpus di oggetti con usi diversi, che include serramenti, arredi e altro, testimone sia delle capacità tecniche raggiunte dalle maestranze attive a Ercolano, sia del lavoro indefesso di generazioni di operai, restauratori, architetti e archeologi, dediti nei decenni alla salvaguardia di questi preziosi materiali. Il percorso di visita, che include proiezioni, video e un'installazione di luci e suoni evocativa della tragica eruzione, affronta una pluralità di questioni: si va dalla centralità del legno nella cultura romana, che lo considerava il materiale per eccellenza, ai focus su strumenti e tecniche di lavorazione; dall'analisi delle tracce di pigmenti colorati fino alla digressione sulla dimensione simbolica, intima e magica del legno, legata alla sua origine boschiva.[Immagine in apertura: © Luigi Spina]
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