In arrivo la mostra dedicata al rapper Tupac
MUSICA
Icona della musica hip hop, ma anche attore e attivista impegnato in difesa dei diritti civili, il rapper Tupac sarà presto al centro di una rassegna immersiva. Un progetto inedito dedicato alla produzione artistica e alla biografia di questa leggenda della cultura americana.
Era la notte del 13 settembre 1996
quando Tupac Shakur, uno degli artisti più amati e influenti della
storia dell'hip hop, moriva a Las Vegas ucciso da una serie di colpi
d'arma da fuoco. Icona assoluta della cultura black americana, e
simbolo della West Coast statunitense, il rapper (nato a New York nel
1971) ha venduto negli anni milioni di dischi, diventando nel corso
del tempo fonte di ispirazione per generazioni di autori nonostante
la sua breve e intensa carriera.
A riportare in auge il mito
dell'artista, e le imprese compiute nei circa dieci anni di
attività, sarà una rassegna in arrivo a Los Angeles: una
mostra “immersiva” in cui ascoltare, rivivere e conoscere in
maniera approfondita l'eredità di questo protagonista della cultura
underground del secondo Novecento.
CHI ERA TUPAC?
Allestita al The Canvas della città
californiana, e in apertura il prossimo 21 gennaio, la rassegna –
dal titolo Tupac Shakur. Wake Me When I’m Free – si preannuncia una straordinaria escursione nell'avventurosa biografia del
rapper, più volte al centro di violenti scontri con la giustizia e con gli esponenti della East Coast americana (storica la sua rivalità con
Notorious B.I.G.). A essere esaltate, tuttavia, saranno anche le qualità più “atipiche” dell'artista, celebrato per la qualità e la musicalità
delle sue liriche.
Una importante sezione del percorso
espositivo (curato da Jeremy Hodges e Nwaka Onwusa) sarà inoltre
dedicata all'impegno sociale del protagonista, noto per il suo
attivismo in favore dei diritti civili degli afroamericani.
LA MOSTRA SU TUPAC
Realizzata in collaborazione con The
Shakur Estate, la mostra comprenderà opere sensoriali, installazioni
nello spazio e cimeli mai esposti prima, occupando un totale di circa
1800 metri quadrati interamente destinati alla "rivoluzione culturale" innescata in vita dal musicista, che, con la sua
attività, contribuì a elevare il genere del “gangsta rap” a
fenomeno di massa.
[Immagine in apertura: © Jeffery
Newbury]