La pittura dei macchiaioli in mostra ad Asti
ARTE
Il movimento dei macchiaioli si
racconta a Palazzo Mazzetti, ad Asti. Succede all'interno di una
rassegna dedicata alle opere di Giuseppe De Nittis, Giovanni Fattori,
Silvestro Lega e ad altri artisti che segnarono la pittura italiana tra Otto e Novecento.
Sorto a Firenze negli anni Cinquanta
dell'Ottocento, in reazione all'inerzia concettuale e formale delle
accademie, e sulla base dei fermenti ideologici del Risorgimento,
quello dei macchiaioli rappresenta uno dei movimenti più emblematici
della pittura romantica italiana. Una nuova mostra ne ripercorre le
intenzioni e gli sviluppi, alzando il sipario sulle opere più
celebri che hanno segnato la storia nel gruppo.
CHI ERANO I MACCHIAIOLI?
Ad accogliere la rassegna è Palazzo
Mazzetti, ad Asti, sede (fino al 1° maggio) di un vasto percorso
espositivo ricco di oltre ottanta opere: dipinti ben noti e lavori meno conosciuti, per lo più provenienti da autorevoli collezioni private italiane ed europee.
I Macchiaioli. L’avventura
dell’arte moderna – questo il titolo del progetto, curato da
Tiziano Panconi – mette in scena una intelligente indagine sulla
nascita e sull'evolversi del movimento, tracciando una parabola che
va dagli albori alla sua estinzione.
IL PERCORSO ESPOSITIVO
A segnare il tragitto di visita sono
opere quali Mamma con bambino di Silvestro Lega, Tramonto
in Maremma di Giovanni Fattori e Bambino al sole di
Giuseppe De Nittis, accanto ad Alaide Banti sulla panchina di
Cristiano Banti, Una visita al mio studio di Odoardo Borrani e
Signore al pianoforte di Giovanni Boldini. Lavori di grande
valore, tutti realizzati a cavallo tra Ottocento e Novecento, e che
hanno come comune denominatore la potenza espressiva della luce.
Facendo leva sulla teoria della
“macchia”, i macchiaioli sostenevano infatti che la visione delle
forme solide fosse determinata dalla proiezione della luce su di
esse, che crea zone d’ombra e zone di chiarore costruendo così
visivamente le volumetrie. Raccontando brani di vita quotidiana,
momenti di lavoro nelle campagne, piccoli svaghi e infine le
battaglie per l’unità d’Italia, il percorso di visita è
suddiviso in sei sezioni, ognuna delle quali dedicata a uno specifico
aspetto di questo movimento artistico.
LE PAROLE DI MARIO SACCO
“L’attuale esposizione
rappresenta un percorso di approfondimento sull’Ottocento italiano,
più precisamente sul movimento più noto e innovativo dell’epoca,
quello dei macchiaioli”, ha dichiarato Mario Sacco, presidente
della Fondazione Asti Musei. “Il racconto di questo grande
capitolo della storia artistica nazionale è illustrato da oltre 80
opere dei più noti pittori di tale movimento, che anticiparono, con
il loro allontanamento dalle regole accademiche, alcuni tratti della
più famosa corrente francese degli impressionisti”.
“Per la prima volta ad Asti sono
presenti gli esponenti più significativi della pittura 'a
macchie”' tra cui Telemaco Signorini, Silvestro Lega, Cristiano
Banti, Odoardo Borrani e Giovanni Boldini. Le tele esposte ci
conducono in paesaggi assolati e fanno rivivere atmosfere, sogni ed emozioni che esprimono il legame tra l’uomo e la terra,
che dava la vita e custodiva le radici delle generazioni”.
[Immagine in apertura: Luigi Bechi,
Bambino al sole, 1875 ca. Olio su tavola, 35 x 45 cm.
Collezione privata. Courtesy Butterfly Institute Fine Art, Galleria
d’arte, Lugano]