Il fascino del kimono, icona intramontabile
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Risalente a circa 1300 anni fa, il kimono continua ancora oggi ad affascinare il pubblico, diventando un indumento sempre più amato anche oltre i confini orientali. La mostra in corso al Metropolitan Museum of Art di New York si sofferma sul fenomeno, omaggiando la storia e le evoluzioni dell'abito giapponese più famoso al mondo.
Indumento per eccellenza della
cultura giapponese, simbolo di raffinatezza ed esotismo, il kimono
continua ancora oggi a suscitare grande fascino tra gli amanti della moda. Basta passeggiare fra le vetrine delle grandi capitali
europee per accorgersi di quanto il celebre indumento sia ritornato
in auge negli ultimi anni, diventando una vera e propria icona anche
oltre i confini orientali. A confermarlo è oggi una nuova rassegna,
tutta in omaggio alla storia del famoso vestito a forma di “T”.
Si intitola Kimono Style: The John
C. Weber Collection, e a ospitarla sono i prestigiosi spazi del
Metropolitan Museum of Art di New York. Una mostra che nasce con
l'intento di riassumere la parabola del kimono dal 1700 a oggi,
sondando le evoluzioni ma soprattutto il valore simbolico di quello
che è molto più di un semplice indumento.
AL MET TUTTI PAZZI PER IL KIMONO
Aperta al pubblico fino al prossimo 20
febbraio, la rassegna (curata da Monika Bincsik, Diane e Arthur
Abbey, e Karen Van
Godtsenhoven) porta in scena oltre sessanta abiti di
straordinaria fattura, accostati all'interno del percorso espositivo
a dipinti, stampe ukiyo-e e oggetti decorativi della
tradizione nipponica. L'intento, appunto, è offrire un quadro
generale del contesto giapponese, identificando allo stesso modo le
evoluzioni del kimono in relazione agli sviluppi estetici della
cultura del Paese del Sol Levante nel corso dei secoli.
Per fare ciò, il tragitto di visita
(allestito in ben dieci gallerie e organizzato in maniera tematica e
cronologica) prende inizio con una selezione di antichi costumi
tradizionali del teatro Nō e Kyōgen (forme di spettacolo risalenti
al XIV secolo). Facendo ricorso all'eccezionale archivio della John
C. Weber Collection, la mostra si sofferma poi sull'utilizzo del
kimono da parte dell'élite militare durante il periodo Edo (1615-1868), per
poi diffondersi nei secoli successivi anche tra la gente comune – fenomeno che ne fece in parte
decadere l'aspetto più nobile ed esclusivo.
IL KIMONO OLTRE IL GIAPPONE
E proprio su quest'ultimo aspetto
sembra voler porre maggiore attenzione il progetto espositivo. Le
sezioni più interessanti della mostra sono infatti
quelle destinate a sottolineare la crescente attrazione per il kimono da parte
della moda più popolare, soprattutto oltre i confini del Giappone.
Il fascino esercitato dal kimono sulla cultura occidentale (già
evidente alla fine dell'Ottocento, quando artisti come Vincent van
Gogh e Claude Monet guardavano all'iconografia giapponese copiandone
stili e motivi) si è andato acuendo negli ultimi anni, anche grazie
all'influenza esercitata nel campo del fashion da stilisti come
Cristóbal Balenciaga e Alexander McQueen.
Mettendo in scena un'ampia selezione di
indumenti tra i più accattivanti mai realizzati, caratterizzati da
fantasie e pattern di forte impatto visivo, la mostra è una vera e
propria escursione nel tempo e tra le evoluzioni di un capo di
abbigliamento sospeso fra tradizione ed estetica pop.
[Immagine in apertura: Hishikawa
Moronobu (Japanese, 1618–1694), A visit to the Yoshiwara (detail).
Edo period (1615–1868), 1680s. Handscroll; ink, color, and gold on
paper. 21 5/16 in. x 57 ft. 9 7/16 in. (54.1 x 1761.4 cm). John C.
Weber Collection. Photo by John Bigelow Taylor]