Gli abiti che hanno rivoluzionato la moda
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Dal 17 settembre, a Carpi, in concomitanza con il Festivalfilosofia, una mostra ripercorrerà la storia delle creazioni che hanno rivoluzionato la moda del secolo scorso. Dall’anticorsetto di Paul Poiret ai primi pantaloni realizzati da Coco Chanel, un viaggio fra le icone di stile del Novecento.
Il forte legame tra moda e società è al centro della mostra in arrivo ai Musei di Palazzo dei Pio a Carpi il prossimo 17 settembre. Curata da Manuela Rossi, Alberto Caselli Manzini e Luca Panaro, la rassegna punta i riflettori sulle grandi rivoluzioni che hanno profondamente modificato il concetto di stile nell'arco del Novecento, dando risalto ai capi di abbigliamento più iconici, entrati di diritto nell'immaginario collettivo.
Come chiarito dal titolo, HABITUS. Indossare la libertà analizza il parallelismo tra le epocali innovazioni nel campo della moda e il superamento di tabù e stereotipi che per lungo tempo hanno limitato il corpo, specie quello femminile. Suddivisa in quattro sezioni, ognuna delle quali sarà introdotta da video, musica e fotografie, la mostra rende dunque omaggio a capi di abbigliamento simbolo di preziose conquiste sociali e di emancipazione.DAI BIKINI AI JEANS
Si comincia dalla liberazione del corpo e dal ribaltamento di cliché che vogliono la donna costretta in abiti lunghi e avvolta da scomodi pizzi: è il tempo dell'anticorsetto di Paul Poiret, dei pantaloni di Coco Chanel, del power suit al femminile di Marcel Rochas. Creazioni che attestano il nuovo ruolo assunto dalla donna all'interno della società. Procedendo nel solco della storia, si incontrano i bikini, gli hot pants e la minigonna, quest'ultima, in particolare, emblema della lotta femminista per il raggiungimento di pari diritti in un mondo a impronta maschile.
Se negli anni Settanta si fa strada la moda unisex, con jeans e t-shirt che segnano un nuovo traguardo sul fronte dell'emancipazione, risale agli stessi anni e a quelli successivi la tendenza degli stilisti a destrutturare linee e proporzioni, dando forma ad abiti che, come il Wrap dress di Diane von Furstenberg e la Giacca destrutturata di Giorgio Armani, inaugurano nuovi approcci alla vestibilità, basata su capi di abbigliamento informali, che liberano ancora una volta il corpo da vincoli e imposizioni.
[Immagine in apertura: Mondine in posa nelle valli carpigiane, databile 1947-1948. Fondo Gasparini]