Cineasta e intellettuale a tutto tondo, Pier Paolo Pasolini ha sempre riconosciuto l’influenza che le opere d’arte hanno avuto sui suoi film. Una mostra in programma dalla fine di marzo nel Principato di Monaco indaga il rapporto tra l'opera cinematografica del grande regista con la pittura classica e contemporanea.

A quasi cinquant’anni dalla sua morte, l’eredità di Pier Paolo Pasolini è ancora presente nei tanti campi del sapere indagati dall’intellettuale bolognese. La mostra Pasolini en clair-obscur, dal 29 marzo al 29 settembre 2024 al Nouveau Musée National del Principato di Monaco, ripercorre le fasi salienti della vita del regista, evidenziando l’influenza dell’arte sulla sua produzione cinematografica. Attraverso un percorso espositivo ricco di fotografie, disegni e fotogrammi, la mostra evidenzia l’impatto profondo di molte opere d’arte del passato sull’estetica dei film di Pasolini, presentando inoltre le opere di molti artisti internazionali che gli hanno reso omaggio.L’OMAGGIO ALL’ARTE CLASSICA NEI FILM DI PASOLINIProfondo conoscitore della pittura classica, che aveva studiato all'Università di Bologna, Pasolini rese molte volte omaggio nei suoi film alle opere dei grandi artisti del passato. Si tratta di citazioni finalizzate a creare un dialogo tra la tradizione e la modernità, spesso espresse con riproduzioni fedeli – come nella scena de La Ricotta, che richiama esplicitamente La Deposizione di Pontormo. Altre volte Pasolini riproponeva alcuni dettagli significativi di un quadro, come nell’evidente somiglianza fra il Bacchino malato di Caravaggio e Franco Citti in Accattone. Non mancano poi le opere d’arte inquadrate direttamente nei suoi film, come ad esempio Pessimismo e ottimismo di Giacomo Balla visibile in Salò.PASOLINI E L’ARTE COME STRUMENTO DI INDAGINELa mostra in programma presso la sede monegasca non si limita a un approccio puramente estetico, ma testimonia l’attualità del discorso politico di Pasolini, sempre presente nei suoi film e nei suoi scritti.Intellettuale fra i più lucidi del suo tempo, fu tra i primi a studiare e criticare la nascita dell’età consumistica, impiegando gli strumenti offerti dalle opere d’arte per veicolare nei suoi film un messaggio profondamente politico e sociale. Il percorso espositivo si chiude infine con una serie di opere che testimoniano come, simmetricamente, Pasolini abbia avuto un profondo impatto su molti grandi artisti contemporanei come Giuseppe Stampone, Francesco Vezzoli, Jenny Holzer e il collettivo Claire Fontaine.[Immagine in apertura: Angelo Novi, Pier Paolo Pasolini sur le tournage de Théorème, 1968 Cineteca di Bologna / Fondo Angelo Novi]
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