Il Novecento di Robert Capa in mostra a Milano
FOTOGRAFIA
Dopo Steve McCurry, Elliott Erwitt, Tina Modotti e Henri Cartier-Bresson, il Mudec – Museo delle Culture di Milano dedica una mostra (con numerosi inediti) al più grande fotografo di guerra del XX secolo: Robert Capa.
Robert Capa ha avuto l'onore e l'onere
di poter immortalare alcuni dei momenti più importanti del XX secolo. Ora potrete sentirvi anche voi testimoni privilegiati delle
vicende nodali del Novecento visitando l'esposizione Robert Capa.
Nella storia, aperta
a partire da oggi (11 novembre) fino al 19 marzo al Mudec
Photo di Milano.LA VITA DI ROBERT CAPA
Robert
Capa è considerato il “più grande fotoreporter di
guerra al mondo”, ma come
nasce la sua leggenda? La sua è una biografia degna di un
romanzo d'avventura.
Endre Ernő Friedmann – questo è il suo vero
nome – nasce a Budapest nel 1913 in una famiglia ebrea, ma a soli
17 anni è costretto ad abbandonare il suo Paese per via delle sue
simpatie socialiste. Giunge nel 1931 a Berlino e da lì, nel 1932, viene mandato in Danimarca come inviato a seguire una conferenza di
Lev Trotsky: nonostante sia proibito l'ingresso ai fotografi, Endre
riesce a introdurre nel congresso una piccola macchina fotografica
Leica, realizzando un'immagine di rara potenza.
ROBERT CAPA
FOTOGRAFO DEL SECOLO BREVE
Nel 1933, dopo l'ascesa al potere del
Nazismo in Germania, il fotografo si trasferisce in Francia, dove
conosce anche la grande fotografa di guerra tedesca Gerda Taro: Endre se ne innamora, iniziando con lei
una collaborazione straordinaria. Nel 1936 scoppia la Guerra Civile
in Spagna, e i due si recano sul fronte a seguire il conflitto: per
vendere meglio le foto Friedmann inizia ad adottare lo pseudonimo di
Robert Capa. È durante quel periodo che viene scattata la
celeberrima foto Morte del miliziano lealista.
Nel
1938 Capa raggiunge la Cina per documentare l'invasione giapponese: è
qui che realizza lo scatto Bambini giocano nella neve,
documentando la vita quotidiana dei civili nella capitale provvisoria
Hankou. Diventa un testimone diretto degli orrori della
Seconda Guerra Mondiale, e ha modo di documentare i bombardamenti
tedeschi su Londra, le
devastazioni di Berlino e lo sbarco in Normandia.
LA MOSTRA AL MUDEC DI MILANO
Sono questi solo alcuni degli eventi storici che emergono dalla mostra allestita da Sara Rizzo negli spazi del Mudec Photo in occasione dei 110 anni dalla nascita del leggendario fotoreporter. Attraverso sette sezioni e con un percorso diacronico, vengono mostrati al pubblico circa ottanta scatti. Tra questi Donne in cammino in un paesaggio deserto, Soldati tedeschi fatti prigionieri dalle forze
americane e Un contadino siciliano indica a un ufficiale
americano la strada presa dai tedeschi.Molto
spazio all'interno del tragitto di visita (realizzato in collaborazione con Magnum Photos) è dedicato inoltre al viaggio dell'artista in Unione Sovietica
assieme a John Steinbeck nel 1947, con diversi scatti esposti per la
prima volta in Italia. Nel 1950 il fotografo è a Tel Aviv, dove documenterà la
nascita dello Stato di Israele e lo scoppio del primo conflitto arabo-israeliano. Quattro anni dopo morirà in Indocina dopo aver
calpestato una mina antiuomo: l'ultima opera in mostra, Gruppo
di soldati che attraversano un campo,
era stata scattata solo poco prima.
[Immagine
in apertura: Robert Capa, Bambini che giocano nella neve.
Hankou, Cina, marzo 1938 © Robert Capa © International Center of
Photography/Magnum Photos]