Oltre sessanta scatti in mostra al Mudec ripercorrono la produzione di Muholi, artista del Sudafrica e personalità di spicco nel panorama fotografico che, con le sue opere, lancia un messaggio di denuncia sociale contro il razzismo e le discriminazioni di genere.

Arte e attivismo si incontrano nell'opera di Zanele Muholi, una delle personalità più celebrate della contemporaneità, esponente del Visual Activism. La mostra Muholi. A Visual Activist, in corso al Mudec di Milano fino al 30 luglio prossimo, racconta il percorso dell'artista del Sudafrica che ha fatto della fotografia il suo strumento di denuncia sociale. I suoi incredibili scatti danno voce alla comunità LGBTQIA+ e indagano temi come il razzismo, l'eurocentrismo, il femminismo e le politiche sessuali. GLI SCATTI DI MUHOLI IN MOSTRA A MILANO Curata da Biba Giacchetti e da Muholi, la mostra al Mudec raccoglie oltre sessanta immagini che incarnano l'attivismo visivo dell'artista: una serie di scatti in bianco e nero per denunciare la violenza, l'ingiustizia e i soprusi subiti dalla comunità nera omosessuale. È il caso, ad esempio, dell'opera Ziphelele, dove l'uso degli pneumatici come collane rimanda a un terribile metodo di tortura usato durante l'Apartheid. Un percorso espositivo che riassume la poetica dell'artista: dai primissimi autoritratti ai lavori più recenti, alcuni tratti dal progetto Somnyama Ngonyama, Hail the Dark Lioness, con cui Muholi diventa soggetto delle sue opere incarnando la comunità LGBTQIA+ e rinunciando alla propria identità di genere assumendone una collettiva. Con uno stile inconfondibile, Muholi descrive i drammi degli ultimi e degli emarginati, rivendica l'identità culturale come arma contro l'odio razziale e lancia un messaggio di inclusione. In mostra anche un'installazione site specific pensata appositamente per il Mudec: un modo alternativo per declinare l'attivismo di Muholi. L'ARTISTA E ATTIVISTA MUHOLI Classe 1972, Muholi fa dell'arte fotografica e dell'attivismo i motori essenziali della sua attività. Lavorando sul contrasto tra bianco e nero e l'utilizzo metaforico di oggetti quotidiani, l'artista mette il proprio corpo al servizio dell'arte, sfruttando la macchina fotografica come efficace mezzo di denuncia. [Immagine in apertura: Muholi, Julile I Parktown, Johannesburg, 2016 © Zanele Muholi]
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