La grande monografica dedicata a Marcel Duchamp alla Collezione Peggy Guggenheim di Venezia presenta una "mostra nella mostra": un percorso multimediale che svela il restauro del mitico capolavoro “Scatola in una valigia”.

La Collezione Peggy Guggenheim di Venezia ha da poco inaugurato Marcel Duchamp e la seduzione della copia, una maestosa retrospettiva dedicata al genio dadaista. Fiore all’occhiello della mostra, è senza dubbio il capolavoro “antologico” dell’artista, la Scatola in una valigia: una sorta di campionario da venditore porta a porta che raccoglie le miniature di sessantanove delle sue opere.LA MOSTRA MULTIMEDIALE SU DUCHAMP Per valorizzare questo iconico pezzo, la Collezione Guggenheim di Venezia organizza una “mostra nella mostra”: un approfondimento multimediale che offre uno sguardo inedito e ravvicinato sull’opera.  Visitabile fino al 18 marzo 2024, Marcel Duchamp: un viaggio nella “Scatola in una valigia” svela al pubblico, con un approccio didattico, i risultati del restauro svolto dall’Opificio delle Pietre Dure a partire dal 2019. Il percorso consente non solo di calarsi nei panni di un restauratore osservandone da vicino il lavoro, ma anche di scoprire le diverse tecniche e i materiali utilizzati da Duchamp (che spaziano dalla pelle di vitello, al velluto, alla ceramica, al vetro; e ancora cellophane, gesso, metallo, stampa tipografica e moltissimo altro). Video e touch screen rendono l’esperienza interattiva, permettendo di esaminare singolarmente ciascuno dei sessantanove elementi. Non manca un modello virtuale 3D, da studiare nei minimi dettagli.LA STORIA DI “SCATOLA IN UNA VALIGIA” La Scatola in una valigia fu acquistata nel 1941 da Peggy Guggenheim in persona. Si tratta del primo pezzo di un’edizione deluxe di venti valigette da viaggio, tutte contenenti sessantanove miniature: ognuna di esse presenta delle piccole variazioni, oltre a un “originale” diverso per ogni esemplare. Quello della valigia in questione è una riproduzione del dipinto Il re e la regina circondati da nudi veloci (1912), oggi conservato al Philadelphia Museum of Art. Non mancano la dedica a Peggy, che ne finanziò la realizzazione, una copia di Fontana (il celebre orinatoio rovesciato) e una L.H.O.O.Q. (la Gioconda coi baffi). [Immagine in apertura: foto di Arianna Ferraretto]
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