Dopo accurati studi e indagini multidisciplinari, sono state restituite alla comunità scientifica, e al pubblico, due mummie egizie provenienti dal Museo Civico Archeologico di Bologna. Fino al prossimo 8 ottobre saranno esposte a Bolzano nell'ambito della mostra “Mummies. Il passato svelato”.

Grazie a un progetto di collaborazione avviato nel 2019 tra il Museo Civico Archeologico di Bologna e il centro di ricerca Eurac Research, fino al prossimo 8 ottobre due mummie egizie saranno esposte al NOI Techpark di Bolzano nell’ambito della mostra Mummies. Il passato svelato e in concomitanza con il 10° Congresso mondiale di studi sulle mummie in programma in città dal 5 al 9 settembre. Per restituire l’identità perduta alle due mummie e aggiungere un importante tassello a una storia millenaria, sono stati condotti sui corpi numerosi studi interdisciplinari e un approfondito trattamento conservativo.LE DUE MUMMIE IN MOSTRA A BOLZANO La mummia più antica, ancora avvolta in un raro sudario policromo (e per questo motivo conservata in mostra all’interno di una speciale vetrina brevettata da Eurac Research, realizzata in vetro e acciaio e priva di ossigeno), è una donna vissuta quasi sicuramente nell'Egitto di epoca romana. La mummia più recente, invece, è quella di un bambino del XIII secolo d.C., risalente, quindi, a un’epoca successiva rispetto al periodo dinastico in cui veniva praticata comunemente la mummificazione. La ricca vestizione con cui il piccolo corpo era stato preparato alla sepoltura – due tuniche in tela di lino a filo grosso, una tinta in indaco e l'altra ricamata a filo nero sulle maniche, e una sopratunica in tela di lino a filo sottile con disegno quadrettato in colore naturale e nero – fa pensare a una rara testimonianza di rituale funerario dell'Egitto medievale.GLI STUDI MULTIDISCIPLINARI SULLE MUMMIE Le due mummie, recuperate in pessimo stato dai magazzini del museo bolognese, sono state quindi oggetto di approfondite indagini coordinate dai ricercatori Alice Paladin e Marco Samadelli dell'Istituto per lo studio delle mummie e dall'egittologa Daniela Picchi. Gli studi antropologici e paleopatologici, ad esempio, si sono basati sulle TAC realizzate sui corpi grazie alla collaborazione con l'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna. Tali analisi hanno permesso di “sbendare” virtualmente le mummie e rivelare informazioni preziose sul loro stato di salute, sulle cause di morte e sulle tecniche di imbalsamazione adottate. Viaggiando all’interno di speciali contenitori – i Conservation Soft Box – sviluppati nei laboratori di Eurac Research per evitare eventuali danni causati dall’umidità e da contaminazioni microbiologiche, le due mummie sono state poi trasportate nei laboratori adibiti al loro restauro. La mummia con il sudario dipinto è stata portata a Torino presso il Centro Conservazione e Restauro La Venaria Reale, mentre la mummia di fanciullo è stata trattata a Bolzano, dall'esperta altoatesina di tessile antico Irene Tomedi. [Immagine in apertura: Il restauro della mummia del fanciullo. Photo Eurac Research - Annelie Bortolotti]
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