Una raccolta di oltre cinquanta opere di artisti italiani e belgi mette al centro l'importanza del naso, non solo come organo olfattivo ma anche come fiuto. Allestita a Palazzo Merulana, la mostra ripercorre l'arte del Novecento e della contemporaneità usando un insolito fil rouge.

“Tutto lo si sente prima col naso, tutto è nel naso, il mondo è naso", scriveva Italo Calvino in uno dei suoi racconti: ed è proprio attorno a questa idea che nasce la mostra Nasi per l'arte. Allestita a Palazzo Merulana a Roma, l'esposizione raccoglie oltre cinquanta opere realizzate da artisti italiani e belgi, unite da un originale e insolito fil rouge: il naso. Il percorso espositivo, fruibile fino al 21 maggio prossimo, non parla solo del naso come organo olfattivo, ma intende stimolare una riflessione sul suo significato allegorico: oltre a essere strettamente legato alla memoria e alla dimensione del ricordo, rappresenta metaforicamente anche un modo di avvicinarsi alle cose, “fiutandole” prima ancora di vederle. LA MOSTRA SUL NASO A ROMA Curata da Joanna De Vos e Melania Rossi, la mostra propone un dialogo tra l'arte italiana e quella belga, tra passato e presente. Una prima sezione è infatti dedicata al Novecento e illustra una selezione di capolavori provenienti dalla Collezione Cerasi, esposta in modo permanente a Palazzo Merulana, e da istituzioni o privati belgi, focalizzandosi sul periodo compreso fra gli anni Venti e Quaranta del secolo scorso. Da René Magritte a Léon Spilliaert, da Giorgio de Chirico a Francesco Trombadori, sono tanti i protagonisti di questo itinerario. Una seconda parte, invece, descrive l'opera di nove artisti belgi e italiani della contemporaneità che interpretano il tema del naso in varie forme creative: da Autoritratto olfattivo di Peter De Cupere all'autoritratto di Maurizio Cattelan (che esalta ciò che lui stesso definisce “un naso da adulto”), fino a una serie di disegni, sculture, installazioni e fotografie. Un percorso stravagante alla scoperta della simbologia di una parte del corpo che passa quasi sempre in secondo piano. PAROLA ALLE CURATRICI Rispettivamente di origine belga e italiana, le curatrici De Vos e Rossi hanno analizzato i punti in comune tra l'arte dei due Paesi. “Noi curatori  [...] cerchiamo connessioni che gli altri potrebbero non vedere immediatamente, abbracciamo l'insolito ed esploriamo l'inaspettato”, hanno detto. “Abbiamo così individuato somiglianze impensate e differenze specifiche, che vogliamo svelare in questo progetto. L'Italia e il Belgio sono Paesi diversi ma anche culturalmente simili nell'approccio istintivo, nella capacità di ironizzare (prendere per il naso), di improvvisare (andare a naso) e nella totale disponibilità a mettersi in gioco”. [Immagine in apertura: Luigi Ontani, Evadevamo, 1997. Acquerello e penna su carta, legno di Pule,  212 x 50 x 30 cm, collezione privata © photo: Luis Do Rosario, dettaglio]
PUBBLICITÀ