La Fondazione Prada di Milano dedica una vasta retrospettiva monografica al “padre” dell’Arte Povera, Pino Pascali. Parallelamente, dal 12 al 14 aprile il mondo dell’arte si dà appuntamento nel capoluogo lombardo per la fiera d’arte moderna e contemporanea più attesa dell’anno.

Questa è forse la settimana più calda dell’ambiente culturale milanese: dal 12 al 14 aprile torna miart, tra le fiere d’arte moderna e contemporanea più attese dell’anno. Nel frattempo, mentre in città si riversano migliaia di appassionati e di “addetti ai lavori”, germogliano anche le mostre da non perdere: tra queste, spicca l’ampia retrospettiva che la Fondazione Prada dedica al maestro dell’Arte Povera Pino Pascali, appuntamento di punta della stagione 2024 dell’istituzione.PINO PASCALI PROTAGONISTA ALLA FONDAZIONE PRADAAperta al pubblico fino al 23 settembre e articolata in ben tre aree della Fondazione (il Podium, la Galleria Nord e la Galleria Sud), la rassegna Pino Pascali – cura di Mark Godfrey – si suddivide in quattro sezioni, riunendo un totale di 49 opere dell’artista barese. Il primo capitolo approfondisce le cinque mostre personali in cui l’artista presentò i suoi celebri ambienti spaziali, percorribili e ricostruiti nelle dimensioni originali. La seconda parte è dedicata a un focus sull'utilizzo dei materiali naturali e industriali prediletti da Pascali: se ne esaminano in questa sede la provenienza, l’impiego in ambito commerciale, così come l’uso fatto dagli altri artisti. Si concentra invece sulle mostre collettive la terza sezione, che pone le opere dell’artista in relazione con i suoi contemporanei, tra cui Alighiero Boetti, Luciano Fabro, Piero Gilardi, Jannis Kounellis e Michelangelo Pistoletto. Infine, un’ultima sala “documentaria” raccoglie le testimonianze fotografiche (e un video in 16mm) di Pascali al lavoro o insieme alle sue sculture.LE NOVITÀ DALL’EDIZIONE 2024 DEL MIARTNel frattempo torna l’atteso appuntamento con il miart, confermando per il quarto anno consecutivo la direzione di Nicola Ricciardi. Numerose le novità di questa 28esima edizione: aumentano le gallerie partecipanti (178 da 28 paesi, rispetto alle 169 del 2023, per un totale di oltre mille opere esposte), e inaugurano due nuove sezioni, pensate come una sorta di "varco spaziale" o “macchina del tempo”. L’obiettivo? Allargare gli orizzonti geografici e temporali – da qui il tema no time no space, in un omaggio al celebre brano del mitico Franco Battiato. Immancabile il capitolo principale della fiera, Established, in cui troviamo le realtà artistiche più affermate a livello internazionale. Qui spiccano le due sezioni inedite: Portal, a cura di Abaseh Mirval, che propone otto piccole mostre proiettate verso nuovi confini, e Timescape, progetto espositivo a cura della fiera stessa, che si svilupperà nel corso del prossimo triennio e che ogni anno si concentrerà su opere realizzate in epoche sempre più lontane nel tempo (si parte quest’anno con il primo Novecento).[Immagine in apertura: immagine della mostra “Pino Pascali” Fondazione Prada, Milano Foto: Roberto Marossi Courtesy: Fondazione Prada. In primo piano: Pino Pascali 32 mq di mare circa, 1967. Copia espositiva Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, Roma. In secondo piano: Claudio Abate Pino Pascali con 32 mq di mare circa, 1967. “Lo spazio dell’immagine”, Palazzo Trinci, Foligno, 1967 Photo Claudio Abate © Archivio Claudio Abate]
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