Prende il via dal Vitra Design Museum il progetto espositivo "Plastic. Remaking Our World", che esamina in maniera critica la storia e gli usi di questo versatile materiale, riflettendo sui suoi dannosi effetti sull'ambiente. La mostra farà poi tappa al V&A Dundee, per concludersi al maat di Lisbona.

Rivoluzionaria, versatile, onnipresente, problematica. La fulminea ascesa della plastica e la sua rapida messa in discussione rappresentano i due (opposti) poli tematici della nuova mostra del Vitra Design Museum. Promossa dell'istituzione tedesca, insieme al V&A Dundee e al maat di Lisbona, Plastic. Remaking Our World analizza l'ambivalenza di un materiale che nel corso del Novecento si è imposto con forza in tutti i settori produttivi, generando riflessi immediati nella vita quotidiana della comunità globale. Già da tempo, però, al boom della plastica ha fatto seguito la crescente consapevolezza del suo duraturo e nocivo impatto sull'ambiente. Parte da qui l'impegno, forte anche in chi opera nel settore del design, per mettere a punto soluzioni innovative, così da ridurre i rifiuti anche di origine plastica e da incentivare il loro riciclo.LA RIVOLUZIONE DELLA PLASTICA IN MOSTRA La complessità della "questione plastica" viene criticamente affrontata dalla mostra, che nella prima parte punta su una video installazione per illustrare i conflitti legati alla produzione e all’uso di questo materiale. Molti i dati presentati che spingono alla riflessione: dal raggiungimento di ritmi produttivi incalzanti, grazie all'automazione, ai ridotti costi dei prodotti, fino alla rapidità con cui i materiali sintetici, derivati da risorse fossili sorte in oltre duecento milioni di anni, sono divenuti un problema planetario. La storia della plastica e la sua profonda mutazione nell'opinione pubblica vengono approfondite nella seconda sezione espositiva, in una narrazione che intreccia l'espansione dell’industria petrolchimica e la storia del design industriale. Rientrano in questo ambito i prodotti di importanti progettisti del secondo dopoguerra, cui si devono arredi e accessori entrati nell'immaginario comune (e in migliaia di case), e alcuni visionari dispositivi: dalla capsula spaziale privata Ball Chair, firmata da Eero Aarnio nel 1963, al bracciale di plastica con radio incorporata Toot-a-Loop (1971) di Gino Sarfatti. PLASTICA, DESIGN E SOSTENIBILITÀ Intorno agli anni Novanta, per opera di designer quali Jane Atfield, Bär + Knell e Enzo Mari, iniziano a farsi strada nel mercato le prime proposte in plastica riciclata. Una modalità che testimonia il cambio di registro nella reputazione di questo materiale, dopo lo straordinario successo dovuto anche all'economicità dei prodotti realizzati e la diffusione della cultura dell’usa e getta. Agli scenari attuali e alle ricerche in atto per superare la crisi globale dei rifiuti plastici, la mostra risponde nella parte conclusiva, con progetti come The Ocean Clean Up, Everwave o The Great Bubble Barrier, appositamente concepiti per la pulizia di fiumi e oceani. Nello spazio interattivo associato alla mostra, sperimentando progetti come Precious Plastic, i visitatori possono infine comprendere i traguardi potenzialmente raggiungibili nei prossimi anni nella lotta contro l'inquinamento da plastica. Destinata a fare tappa al V&A Dundee (dal 29 ottobre al 5 febbraio 2023) e al maat di Lisbona (nella primavera del 2023), Plastic. Remaking Our World sarà visitabile nella sede museale di Weil am Rhein fino al 4 ottobre prossimo. [Immagine in apertura: Installation view Plastic: Remaking Our World © Vitra Design Museum Photo: Bettina Matthiessen]
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