Mario Sironi, Felice Casorati, Giorgio de Chirico, Carlo Carrà, Ubaldo Oppi sono fra gli artisti esposti in occasione di “Realismo magico. Uno stile italiano”, la grande esposizione che Palazzo Reale dedica all’omonima corrente artistica. A Milano, fino al prossimo 27 febbraio.

Con il termine “realismo magico” si fa riferimento a quella specifica tendenza artistica che, a cavallo tra le due guerre mondiali, ha particolarmente caratterizzato la pittura italiana del primo Novecento. Utilizzata nel 1925 dal critico d'arte tedesco Franz Roh, all’interno di un suo saggio dedicato alla pittura contemporanea tedesca, la suddetta locuzione delinea perfettamente un’intenzione, da parte degli artisti dell’epoca, di prendere le distanze da movimenti quali il futurismo o l’espressionismo per descrivere la realtà circostante in una maniera molto più lucida e a tratti inquietante. Connotato sia da una particolare precisione tecnica sia dalla rappresentazione di una certa sospensione temporale, il Realismo magico si presenta come una modalità espressiva che mira a lavorare su di una nuova resa dell’immagine. Una rappresentazione della vita che, dalle parole di Gabriella Belli e Valerio Terraroli, curatori della mostra Realismo magico. Uno stile italiano appena inaugurata a Milano, agli occhi dello spettatore appare “algida, tersa, spesso indagata nei più minuti dettagli, talmente realistica da rivelarsi inevitabilmente inquietante e straniante”. LA MOSTRA SUL REALISMO MAGICO A MILANO Grazie a una precisa ricostruzione filologica e storiografica dell’intero fenomeno, la mostra allestita nelle sale di Palazzo Reale offre al pubblico un corpus di oltre ottanta capolavori. Tramite un percorso cronologico, l’esposizione immerge il visitatore nelle peculiari atmosfere dell’Europa del primo trentennio del Novecento, presentando opere di artisti emblematici quali Mario Sironi, Achille Fumi, Ubaldo Oppi, e Cagnaccio di San Pietro (del quale si può ammirare il celebre dipinto Dopo l’orgia). REALISMO MAGICO E NUOVA OGGETTIVITÀ A DIALOGO  Con l’intenzione di analizzare anche la sostanziale relazione tra il Realismo magico e il fermento artistico tedesco degli anni Venti e dei primi anni Trenta, la mostra crea un importante dialogo con la cosiddetta “Nuova oggettività” tedesca, dando spazio ad autori come Heinrich Maria Davringhausen e Christian Schad. Un ulteriore obiettivo della mostra milanese è quello di fornire tutte le coordinate necessarie per comprendere nel migliore dei modi la genesi di questa originale corrente artistica italiana. In quest’ottica, l’esposizione accoglie sia un piccolo focus sul gruppo “Novecento” – creato dalla critica Margherita Sarfatti – che su "giganti" del XX secolo, quali Felice Casorati, Gino Severini e i padri del movimento metafisico Carlo Carrà e Giorgio de Chirico (presente con L’autoritratto e L’ottobrata, entrambi del 1924). [Immagine in apertura: Mario Broglio. Il romanzo. Olio su tavola. Collezione privata]
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