In attesa della Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP26), il Design Museum di Londra ospita un’importante esposizione che si interroga sul ruolo del design nella gestione dei rifiuti. Tra gli autori in mostra, fino al prossimo 20 febbraio, anche la coppia di designer italiani Formafantasma.


Fra i numerosi problemi che stanno mettendo a dura prova la salute del nostro pianeta vi è sicuramente anche quello dell’eccessiva produzione di rifiuti: una questione annosa, alla quale bisogna al più presto trovare delle soluzioni concrete. Ma come fare per contrastare questa deriva? A fornire alcune risposte è il Design Museum di Londra che, ieri 23 ottobre, ha inaugurato una grande mostra interamente dedicata al tema dell’ecologia. Programmata per essere visitabile durante tutto il periodo della Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP26) – prevista a Glasgow dal 1° al 12 novembre –, l’esposizione ha chiamato a raccolta numerosi designer di fama internazionale per proporre delle soluzioni alternative atte ad ammortizzare la sovrapproduzione dei rifiuti. LA MOSTRA AL DESIGN MUSEUM SUL PROBLEMA DEI RIFIUTI Intitolata Waste Age: What Can Design Do?, la mostra allestita al Design Museum offre al pubblico una nuova visione per il futuro prossimo, presentando le modalità con le quali i designer di tutto il mondo stanno ridefinendo i settori dell’edilizia, della moda, dell’alimentazione, dell’imballaggio e dell’elettronica in chiave sostenibile. Attraverso una selezione di circa 300 oggetti si ha così modo, fino al 20 febbraio 2022, di scoprire progetti avveniristici mirati tanto all'eliminazione dei rifiuti quanto alla creazione di un'economia più circolare. Grazie a un percorso espositivo suddiviso in tre categorie principali è possibile comprendere tutta la gravità dell’emergenza, espandendo, al contempo, anche la propria sensibilità. Se la sezione Peak Waste mette in luce il modo in cui la produzione di massa – e le nostre relative abitudini di consumo – contribuisce alla crescita delle discariche, la successiva Precious Waste presenta alcuni esempi di "trasformazione" dei rifiuti in nuove risorse e progetti realizzati con materiali sostenibili. Fra questi, la sedia S-1500 di Snøhetta, realizzata con reti da pesca dismesse, o i capi d’abbigliamento di Stella McCartney, prodotti con nylon ricavato da scarti di fabbrica. A chiudere l’itinerario è Post Waste, la sezione che fornisce dei consigli utili sui comportamenti da adottare al fine di portare avanti un consumo più responsabile degli oggetti di tutti i giorni. Al centro di quest’ultima sezione ci sono i progetti di Fernando Laposse (presente con la panchina The dogs, fabbricata con fibre grezze provenienti dalle foglie della pianta di agave) e gli elementi architettonici in stampa 3D di The Blast Studio (costituiti da rifiuti combinati con il particolare fungo Mycelium), che promuovono una vita senza sprechi immaginando un mondo più ricco di risorse per le generazioni future. LE PAROLE DEI CURATORI Lo stato di emergenza nel quale attualmente ci troviamo emerge anche dalle parole dei curatori della mostra. “Dobbiamo affrontare il problema dei rifiuti – afferma la curatrice Gemma Curtin –, non possiamo più ignorare cosa succede alle cose quando ce ne liberiamo. Questa mostra spinge a pensare agli oggetti come a delle cose che possono avere vite molteplici. Questa non è solo un’esposizione, ma anche una campagna contrassegnata dall’hashtag #EndTheWasteAge, e tutti noi abbiamo un ruolo attivo nel nostro futuro”. Aggiunge il co-curatore Justin McGuirk che "il design ha contribuito a creare la nostra società sprecona, e sarà cruciale nella costruzione di un futuro più pulito. Questo significa ripensare gli stili di vita e i materiali che fanno così tanti danni”.  [Immagine in apertura: Oxford Tire Pile #1, Westley, California, USA, 1999 photo © Edward Burtynsky, courtesy Flowers Gallery, London / Nicholas Metivier Gallery, Toronto]
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