Raccontare le guerre con il disegno
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Prosegue fino al 28 luglio la mostra di Salvatore Garzillo, nell'ambito della "Biennale del Disegno" di Rimini. Una rassegna personale che presenta decine di disegni e illustrazioni su carta realizzati nei territori di guerra del mondo.
Utilizzare il disegno come strumento di racconto. È questa l'ambizione di Salvatore “Salgar” Garzillo, l'illustratore napoletano già noto per i suoi reportage dalle zone “calde” del mondo, visitate come inviato per varie testate di settore.Ad accogliere le sue opere su carta è la mostra La geografia delle storie, in programma fino al prossimo 28 luglio a Rimini, nell’ambito del Circuito Open della Biennale del Disegno 2024.I DISEGNI “DAL FRONTE” DI SALVATORE GARZILLOOspitata nelle sale dello studio Cumo Mori Roversi Architetti, nello storico palazzo Bartolini-Ugolini, la rassegna è una riflessione sulle potenzialità del racconto illustrato, una pratica affinata da Garzillo in oltre quindici anni di attività in territori fragili e da tempo al centro della cronaca internazionale. Su tutti l’Ucraina e l’Iraq, i due Paesi maggiormente presenti nel percorso espositivo.LA MOSTRA DI SALVATORE GARZILLO A RIMINISono due i “capitoli” che scandiscono il percorso si visita: il primo, dal titolo La Nera, presenta un nutrito corpo di schizzi realizzati sulle scene del crimine, nei tribunali e durante il “giro di nera” (l’appuntamento obbligatorio dei cronisti nelle questure per recuperare notizie, ottenere dettagli e incontrare le fonti).Porta invece lo sguardo fuori dai confini nazionali la seconda parte della mostra, dal titolo Laggiù. A popolare questa parte del percorso espositivo (curato da Alessandro Mori) sono schizzi, disegni rapidi e inquieti, pagine di block notes realizzati da Garzillo durante i reportage in zone di guerra. Protagonisti delle opere sono figure umane piegate dai conflitti: persone comuni – i cui volti sono spesso colorati con sfumature cupe e marroni prodotte attraverso l’utilizzo delle terre raccolte sul posto – costrette a vivere ogni giorno come se fosse l'ultimo.