Il Rinascimento veneto è al centro di una grande mostra allestita presso gli spazi della Basilica Palladiana di Vicenza. Protagonisti dell’esposizione, visitabile fino al prossimo 18 aprile, giganti della storia dell’arte quali Paolo Veronese, Jacopo Bassano, Alessandro Vittoria e Andrea Palladio.

Considerata in passato come una delle città europee più attive nella produzione e nel commercio della seta, Vicenza ha conosciuto (durante la metà del XVI secolo) un periodo di grande fermento culturale: un importante momento storico nel quale anche l’arte ha giocato un ruolo fondamentale. La mostra allestita presso la Basilica Palladiana di Vicenza evoca quell'epoca straordinaria riunendo i capolavori di quattro geniali artisti che hanno contribuito a rendere la città veneta uno storico polo culturale. La Fabbrica del Rinascimento. Processi creativi, mercato e produzione a Vicenza. Palladio, Veronese, Bassano, Vittoria, fino al 18 aprile, accompagnerà il pubblico alla scoperta dei processi artistici, culturali ed economici alla base di un intenso periodo creativo. LA MOSTRA A VICENZA A cura di Guido Beltramini, Davide Gasparotto e Mattia Vinco, la rassegna prende in analisi il percorso di quattro giganti del tardo Rinascimento – lo scultore Alessandro Vittoria, l’architetto Andrea Palladio e i pittori Jacopo Bassano e Paolo Veronese – per descrivere lo splendore culturale del territorio vicentino. Avvalendosi di alcuni prestiti provenienti da istituzioni museali del calibro dei Musei Vaticani, delle Gallerie degli Uffizi di Firenze, del Prado di Madrid e del Louvre di Parigi, la mostra si compone di oltre ottanta opere che mettono in luce lo stile innovativo di artisti destinati a fare epoca. IL PERCORSO ESPOSITIVO Ad accogliere il visitatore è un percorso immaginato per indagare i processi creativi e i meccanismi di produzione che hanno portato alla realizzazione delle opere esposte. Per tale motivo, diversi capolavori entrano in dialogo – per la prima volta – con i rispettivi bozzetti preparatori: un approccio allestitivo che svela il dietro le quinte delle opere stesse. È, per esempio, questo il caso dei due dipinti “gemelli” di Jacopo Bassano dedicati all’episodio biblico dell’adorazione dei Magi (provenienti dal Birmingham Museums Trust e dal Kunsthistorisches Museum di Vienna) o della Giuditta con la testa di Oloferne di Veronese. Un itinerario che offre inoltre la possibilità di "accedere" alla bottega degli artisti vedendosi circondati dagli stessi manufatti rappresentati nei dipinti esposti: un effetto che si può provare ammirando il sensazionale Ritratto d’uomo eseguito dal pittore Jacopo Negretti, meglio noto come Palma il Giovane. IL COLLEZIONISMO NEL CINQUECENTO Articolata in sei sezioni principali, la mostra mira inoltre ad affrontare anche alcuni temi solitamente poco approfonditi come, ad esempio, il valore economico delle opere d’arte. Grazie al lavoro svolto da una squadra di specialisti di storia dell’economia, si ha così modo di addentrarsi anche nel mondo del collezionismo del Cinquecento per scoprire non solo i prezzi delle opere esposte ma anche il costo di alcuni oggetti impiegati nella vita quotidiana di allora. [Immagine in apertura: L’Unzione di Davide, 1550-1552 ca., olio su tela, Kunsthistorisches Museum, Gemäldegalerie, Vienna. Credit: © KHM-Museumsverband]
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