Dopo il lungo stop imposto dalla pandemia, sono molte le istituzioni culturali nostrane che guardano con fiducia alla nuova stagione espositiva, annunciando le mostre in programma a partire da settembre. Una di queste è l'omaggio di Palazzo Roverella, a Rovigo, a Robert Doisneau, maestro indiscusso dell'obiettivo.

Quando si pensa a uno degli scatti più iconici, emozionanti e meglio costruiti di sempre, è impossibile non richiamare alla mente il celeberrimo bacio immortalato da Robert Doisneau davanti all'Hôtel de Ville di Parigi, nel 1950. Una straordinaria testimonianza visiva dell'abilità del fotografo nel cogliere lo spirito delle scene di strada e tutto il fascino delle atmosfere cittadine. La mostra in programma al Palazzo Roverella di Rovigo dal 23 settembre al 30 gennaio intende ripercorrere la parabola di Doisneau, affiancando, senza alcuna scansione cronologica, ben 130 stampe ai sali d’argento in bianco e nero provenienti dalla collezione dell’Atelier Robert Doisneau a Montrouge, luogo utilizzato dal fotografo per stampare e archiviare le sue immagini nell'arco di oltre mezzo secolo.LA FOTOGRAFIA SECONDO DOISNEAU La curatela di Gabriel Bauret illuminerà quindi gli snodi più significativi della poetica di Doisneau, sottolineando la sua attitudine a mescolarsi fra la gente per restituire, attraverso la propria macchina fotografica, stralci di quotidianità e scampoli urbani "rubati" soprattutto ai quartieri periferici di Parigi, che diventano protagonisti del libro realizzato a quattro mani con l'amico Blaise Cendrars nel 1949, intitolato appunto Le Banlieu de Paris. La rassegna in arrivo a Rovigo descriverà quindi il fare di un artista che ha trovato nella realtà un infallibile punto di ancoraggio. Del resto, come lui stesso affermava: "Mi piacciono le persone per le loro debolezze e difetti. Mi trovo bene con la gente comune. Parliamo. Iniziamo a parlare del tempo e a poco a poco arriviamo alle cose importanti. Quando le fotografo non è come se fossi lì ad esaminarle con una lente di ingrandimento, come un osservatore freddo e scientifico. È una cosa molto fraterna, ed è bellissimo far luce su quelle persone che non sono mai sotto i riflettori". [Immagine in apertura: Le baiser de l’Hôtel de Ville, Paris 1950 © Robert Doisneau]
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