Al Palazzo Pallavicini di Bologna una retrospettiva riporta in vita l'antica storia delle streghe. Dipinti, sculture, incisioni e opere d’arte contemporanea, ma anche misteriosi talismani, libri "maledetti" e oggetti arcani compongono la mostra “Stregherie. Iconografia, fatti e scandali sulle sovversive della storia”. Fino all'8 settembre 2024.

Nei periodi più bui della nostra storia, una donna libera, guerriera, indipendente e riservata poteva spesso suscitare paura e diffidenza. Ed è così che l'uomo ha creato il mito della strega, non solo come capro espiatorio, ma anche come strumento per instaurare nel popolo una paura reverenziale della giustizia divina contro tutto ciò che si voleva tenere sotto controllo: dal paganesimo alla sessualità disinibita, fino alle eresie più disparate.Dopo il successo della tappa alla Villa Reale di Monza, la mostra Stregherie. Iconografia, fatti e scandali sulle sovversive della storia approda al Palazzo Pallavicini di Bologna, facendo luce su questa pagina oscura della nostra storia.LA STORIA OCCULTA DELLE STREGHELa rassegna, a cura di Luca Scarlini e visitabile fino all'8 settembre prossimo, si pone l’obiettivo di rendere giustizia al senso più pieno della parola “strega”, ricordandone le origini profonde legate all'antica religione di Diana, la Grande Madre. Così, la storia della stregoneria viene ripercorsa attraverso una ricerca iconografica rigorosa, offrendo all’osservatore una prospettiva unica su queste donne misteriose e sulla loro cultura millenaria che, nonostante nel corso del tempo sia stata oppressa e censurata, ha continuato a rinascere nei secoli, fino ad arrivare ai giorni nostri.In questa tappa bolognese, assume particolare importanza la vicenda di Gentile Budrioli, “strega enormissima di Bologna”, alla quale la rassegna dedica un'intera sala. Nata nel 1400 nel capoluogo emiliano, la donna – appassionata di scienza e astrologia – venne bruciata al rogo con l'accusa di stregoneria.OPERE D’ARTE E TALISMANI IN MOSTRA A BOLOGNAArticolato in nove sezioni tematiche, il percorso espositivo – arricchito da una “colonna sonora” di grande suggestione, composta da sussurri, grida e dalle parole della drammaturga Magdalena Barile che danno voce alle streghe stesse  – riunisce 300 tra sculture, quadri e stampe, tra cui spicca il nucleo di incisioni di Guglielmo Invernizzi.‌ Non manca una panoramica sugli artisti contemporanei che hanno rivisitato il tema della stregoneria, da Oppy De Bernardo a Mirando Haz. A seguire, al fianco delle opere d’arte, compare una straordinaria collezione di iconologie occulte, testi cinquecenteschi presumibilmente maledetti (primo tra tutti il Malleus Maleficiarum, il manuale sulla caccia alle streghe più utilizzato dalla chiesa), nonché una serie di oggetti peculiari quali antichi calderoni, feticci, amuleti, talismani e persino bacchette magiche.[Immagine in apertura: Amuleto d'argento a forma di sirena con ciondoli. Italia centro meridionale 1909]
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