Al via la grande rassegna che il Palazzo Rasponi 2 di Ravenna dedica alla fotografa italiana. In esposizione, fino al prossimo 20 febbraio, un corpus di circa cinquanta opere che ripercorre la ricerca artistica di Tina Modotti.

Grazie alla forza poetica di cui sono cariche le sue immagini, e all’impegno politico dimostrato anche attraverso la sua arte, Tina Modotti è universalmente considerata come una delle fotografe più iconiche di inizio Novecento. Una figura emblematica del fermento artistico e sociale del secolo scorso che il Palazzo Rasponi 2 (PR2) di Ravenna omaggia con un’importante retrospettiva. Ad accompagnare l’opening della mostra è un reading a cura dell’attrice Elena Bucci che, per l’occasione, ha selezionato alcuni scritti di (e su) Tina Modotti per introdurre il pubblico nel mondo dell'autrice. Come dichiara l’assessore alle Politiche giovanili, Fabio Sbaraglia: “Il profilo artistico di Tina Modotti è certamente tra i più intensi tra quelli della prima metà del XX secolo; in soli sette anni di attività Modotti ha lasciato un insieme di opere che hanno tracciato un solco profondo nell’arte e nella coscienza collettiva; è stata operaia, artista, attrice teatrale e cinematografica, attivista del Soccorso Rosso Internazionale, militante e rivoluzionaria, donna in grado di affermare un’identità straordinaria, profonda, connessa con alcuni dei momenti cruciali e più drammatici della storia del secolo scorso: la Rivoluzione Messicana, la Guerra di Spagna, la Russia di Stalin, l’Europa sulla quale si proiettava la lunga ombra nera della Seconda Guerra Mondiale. Ma soprattutto Tina è stata una grande fotografa, tesa tra il racconto necessario per entrare nella realtà, nella sua bellezza incandescente, senza sovrastrutture e compiacimenti estetici, e l’urgenza esistenziale e totale di cambiare il mondo”. LA MOSTRA DI TINA MODOTTI A RAVENNA Dal titolo Tina Modotti – L’umano fervore, la rassegna si avvale della curatela di Silvia Camporesi e del Comitato Tina Modotti per portare avanti il lavoro di ricerca e approfondimento sulla fotografia contemporanea che l’assessorato alle Politiche Giovanili ha avviato nel 2016 in collaborazione con la Scuola dei Beni culturali dell’Università di Bologna – campus di Ravenna. Attraverso una cinquantina di opere, il visitatore si avvicina alla poetica di Tina Modotti ripercorrendo i momenti più salienti di una carriera tanto breve quanto intensa. Fra la celebre serie delle Calle, del 1924, e le opere prodotte insieme al compagno Edward Weston, si ha così modo – fino al 20 febbraio prossimo – di conoscere la sensibilità artistica della Modotti, ponendo in particolare l’attenzione sui ritratti che la fotografa ha saputo restituire della società messicana dell’epoca. Arricchiscono il percorso espositivo anche documenti biografici, scritti autografi e alcune fotografie realizzate da Weston. GLI EVENTI COLLATERALI DELLA MOSTRA Completano la mostra una serie di appuntamenti mirati a promuovere l’eredità artistica e culturale di questa protagonista indiscussa del XX secolo. Presso la sala D’Attorre di Casa Melandri è infatti prevista, per il pomeriggio di sabato 18 dicembre, una lectio magistralis condotta da Silvia Camporesi insieme al presidente del comitato Tina Modotti, Marì Domini. Il prossimo 5 gennaio, sempre negli spazi di Casa Melandri, sarà invece organizzato un incontro con il professor Claudio Natoli in occasione dell’annullo filatelico diffuso per la ricorrenza dei settanta anni dalla morte dell'artista. Tra il mese di gennaio e quello di febbraio saranno inoltre attivati un laboratorio di fotografia analogica, in collaborazione con l’associazione faentina Fototeca Manfrediana, e un cineforum dedicato alla proiezione delle pellicole cinematografiche vicine al contesto storico nel quale si è mossa Tina Modotti. [Immagine in apertura: Tina Modotti. Donna con bandiera, Messico, 1928]
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