Grazie a un recente studio che ha permesso di fare luce sugli oggetti di uso quotidiano che Van Gogh inseriva all’interno dei suoi dipinti, fino al prossimo 30 ottobre, la Van Gogh House di Zundert espone reperti e riproduzioni dei manufatti che il celebre artista tradusse in pittura.

Fino al prossimo 30 ottobre, la Vincent Van Gogh House di Zundert, in Olanda, ospita la mostra Closer to Vincent – Everyday Objects in the Work of Vincent. L'interessante rassegna – ideata dagli artisti visivi André Smits & Monika Dahlberg – si basa sulle nuove ricerche condotte dalla storica dell'arte e curatrice del Museum Boijmans Van Beuningen di Rotterdam, Alexandra van Dongen. Si tratta di un'innovativa indagine incentrato sullo studio dei numerosi oggetti di uso quotidiano che Van Gogh ha inserito e raffigurato all’interno dei suoi più grandi capolavori pittorici, della sua carriera fino all’ultimo anno di vita trascorso in Francia.LA RICERCA SUGLI OGGETTI PRESENTI NELLE OPERE DI VAN GOGH Il recente lavoro di ricerca (approfondito da  Alexandra van Dongen trascorrendo un periodo presso la casa del sagrestano di Zundert, paese natale del celebre pittore), attraverso una precisa identificazione degli oggetti che Van Gogh utilizzava nelle sue opere, ha permesso di individuare i luoghi di fabbricazione dei manufatti, fornendo, dunque, nuove importanti informazioni sulla pratica dell’artista e sulla corretta datazione delle sue opere. È stato ad esempio stabilito che la casseruola di terracotta che compare nel dipinto Natura morta con patate proviene da Vallauris, un importante centro di produzione della ceramica sito nella Francia meridionale; l’opera, che si riteneva fosse stata realizzata a Nuenen, nei Paesi Bassi, fu eseguita a Parigi nel 1886, come confermerebbe anche l'analisi condotta sul tessuto della tela.LA MOSTRA ALLA CASA DI VAN GOGH A ZUNDERT Mai prima d'ora tutti gli oggetti di uso quotidiano raffigurati dall'artista erano stati identificati con precisione. E le sorprese non mancano. La serie di nature morte realizzate da Van Gogh a Nuenen, nel suo studio collocato dietro la casa dei suoi genitori, fornisce ad esempio numerose indicazioni sugli utensili da cucina dell’epoca tipici della zona del Brabante. E recenti ritrovamenti archeologici nel cortile della canonica confermano proprio la presenza di tali oggetti nella cucina della madre di Vincent. Per mancanza di denaro, spesso Van Gogh prendeva in prestito oggetti antichi e "speciali" anche dal collezionista e pittore Antoon Hermans, al quale dava lezioni di pittura. In esposizione anche un esemplare simile alla caratteristica lampada a cherosene, che si vede pendere sopra il tavolo nel capolavoro I mangiatori di patate; le sedie in legno di salice spesso presenti delle sue composizioni; i vasi da “confit de canard” come quelli usati nelle nature morte con girasoli e oggetti vari (molti dei quali donati dalla cognata del pittore, Jo van Gogh-Bonger) ottenuti in prestito dal Musée d’Orsay di Parigi e dal Museo Van Gogh di Amsterdam. [Immagine in apertura: Vincent van Gogh, Vase with Chinese Asters and Garden Gladiolus, Paris, August-September 1886, oil on canvas, Amsterdam, Van Gogh Museum (Vincent van Gogh Foundation)]
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