Si intitola “Sguardi di Pietra. Venezia vista dalle sue statue” la rassegna fotografica che, dal 14 gennaio al prossimo 30 marzo, restituirà un ritratto inedito della famosissima città lagunare. Al centro della mostra, allestita presso il Fondaco dei Tedeschi, sono 52 scatti mozzafiato realizzati con l’ausilio di un drone dal fotoreporter Marco Sabadin.

Tra gli effetti più stranianti del primo lockdown affrontato nel 2020 vi è sicuramente lo svuotamento delle città, un fenomeno insolito che ha repentinamente modificato non solo le nostre abitudini quotidiane ma anche la stessa percezione degli spazi pubblici.  Una condizione vissuta in maniera molto più amplificata soprattutto dagli abitanti di quelle località scelte come mete preferite dai turisti di tutto il mondo. Nonostante il senso di inquietudine provocato dagli eventi, c'è anche stato chi è riuscito a darne un'intepretazione differente ricorrendo alla propria creatività. È questo il caso del fotoreporter veneto Marco Sabadin, che ha approfittato dell’anomalo silenzio nel quale si è trovata immersa la sua Venezia per dar vita a un affascinante progetto. Avvalendosi di un drone, il fotografo ha “sorvolato” la città lagunare per immortalarla in assenza dei numerosi turisti che, solitamente, affollano calli e campielli. LA MOSTRA DI MARCO SABADIN A VENEZIA Da questa intuizione è nato il progetto espositivo che sarà inaugurato il prossimo 14 gennaio presso il Fondaco dei Tedeschi. Intitolata Sguardi di Pietra. Venezia vista dalle sue statue, la rassegna fotografica presenterà, fino al 30 marzo, ben 52 scatti realizzati fra la primavera del 2020 e il 2021. Un viaggio sorprendente che parte dalla stazione ferroviaria di Santa Lucia per toccare luoghi e scorci emblematici come Rialto, Piazza San Marco, la Basilica della Salute e l’Arsenale. E poi ancora, San Polo, il canale della Giudecca e l’isola di San Giorgio Maggiore, sulla quale si staglia l’omonima chiesa progettata da Andrea Palladio verso la seconda metà del XVI secolo. LE PAROLE DI MARCO SABADIN A descrivere il concept dell’intero progetto è lo stesso Sabadin, che ha affermato: “Ho pensato di girovagare per Venezia immaginando di essere un uccello che sorvola a bassissima quota la città, accarezzando tetti e statue, campanili e capitelli. Un punto di vista che mi ha sempre affascinato e che nel corso del tempo ho cercato di rendere concreto attraverso gli strumenti che avevo a disposizione, ma purtroppo con scarsi risultati, fino all’avvento dei droni. Durante il lockdown ho avuto l’occasione e i permessi per far sorvolare un drone sulla città per documentare Venezia e ho così realizzato un sogno: guardare questa meravigliosa città da punti di vista inconsueti”. [Immagine in apertura: Angelo San Giorgio, credits Marco Sabadin]
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